Non investite in Italia nel settore ambientale: e' troppo rischioso!
Questa è la conclusione che un potenziale investitore italiano o straniero deve necessariamente trarre dopo aver letto un rapporto della Deutsche Bank intitolato "Global Climate Change Policy Tracker: An Investor's Assessment".
Un ufficio studi di questa banca (il DB Climate Change Advisors), in collaborazione con il Columbia Climate Center dell'Earth Institute della Columbia University di New York, ha effettuato un'analisi del rischio per chi volesse investire nel settore ambientale nei vari Paesi del mondo, con particolare riferimento a quelle attività legate alla mitigazione dei cambiamenti climatici, come, ad esempio, lo sviluppo e la produzione di energie rinnovabili.
Quali sono i risultati di questa analisi? Lasciando chi fosse interessato alla lettura del rapporto (liberamente scaricabile qui), vado direttamente alle conclusioni. Ebbene, Germania, Francia, Giappone, ma anche Paesi come la Cina, che comunemente l'opinione pubblica ritiene restia ad investire in questo campo, appaiono particolarmente appetibili agli investitori, soprattutto per le strategie lungimiranti dei loro politici che spesso si concretizzano in incentivi (come ad esempio le cosidette feed-in tariff policies). Altri Paesi, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada, sono considerati a medio rischio.
E noi? Ebbene, l'Italia viene considerata un Paese ad alto rischio per gli investitori in questo campo, soprattutto perché oggi l'Italia non ha nessuna politica di incentivazione ambientale e, in generale, non ha una chiara politica ambientale e climatica: e, si sa, gli investitori hanno bisogno anche di certezze e stabilità.
Certo, a tale situazione deve aver contribuito la politica ambientale di questo Governo, prima appiattita sulle posizioni "scettiche" dell'amministrazione Bush e ora in cerca di una identità ambientale. E così oggi una foto del Presidente Berlusconi campeggia nella home page del sito dedicato alla Conferenza di Copenhagen (si veda qui nel momento in cui questa notizia dovesse essere tolta dalla prima pagina). Nel titolo si afferma che gli investimenti "climatici" in Italia sono solo per i coraggiosi. Un'altra bella figura a livello internazionale...
Non voglio fare considerazioni di nessun tipo. Certo è che, ancora una volta, il mondo non ci aspetterà.
Un ufficio studi di questa banca (il DB Climate Change Advisors), in collaborazione con il Columbia Climate Center dell'Earth Institute della Columbia University di New York, ha effettuato un'analisi del rischio per chi volesse investire nel settore ambientale nei vari Paesi del mondo, con particolare riferimento a quelle attività legate alla mitigazione dei cambiamenti climatici, come, ad esempio, lo sviluppo e la produzione di energie rinnovabili.
Quali sono i risultati di questa analisi? Lasciando chi fosse interessato alla lettura del rapporto (liberamente scaricabile qui), vado direttamente alle conclusioni. Ebbene, Germania, Francia, Giappone, ma anche Paesi come la Cina, che comunemente l'opinione pubblica ritiene restia ad investire in questo campo, appaiono particolarmente appetibili agli investitori, soprattutto per le strategie lungimiranti dei loro politici che spesso si concretizzano in incentivi (come ad esempio le cosidette feed-in tariff policies). Altri Paesi, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada, sono considerati a medio rischio.
E noi? Ebbene, l'Italia viene considerata un Paese ad alto rischio per gli investitori in questo campo, soprattutto perché oggi l'Italia non ha nessuna politica di incentivazione ambientale e, in generale, non ha una chiara politica ambientale e climatica: e, si sa, gli investitori hanno bisogno anche di certezze e stabilità.
Certo, a tale situazione deve aver contribuito la politica ambientale di questo Governo, prima appiattita sulle posizioni "scettiche" dell'amministrazione Bush e ora in cerca di una identità ambientale. E così oggi una foto del Presidente Berlusconi campeggia nella home page del sito dedicato alla Conferenza di Copenhagen (si veda qui nel momento in cui questa notizia dovesse essere tolta dalla prima pagina). Nel titolo si afferma che gli investimenti "climatici" in Italia sono solo per i coraggiosi. Un'altra bella figura a livello internazionale...
Non voglio fare considerazioni di nessun tipo. Certo è che, ancora una volta, il mondo non ci aspetterà.
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