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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Una democrazia partecipata

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http://www.sturzo.it/civitas/index.php?option=com_content&view=article&id=57:una-democrazia-partecipata&catid=51:01-la-democrazia-che-verra&Itemid=106  La democrazia che verrà è la democrazia stessa: democrazia dell’accoglienza, della solidarietà, della partecipazione che, tenuta in fondo, ultima non è di certo. Potrebbe suonare strano dire di una partecipazione che deve ancora venire, abituati come si è a tornate elettorali anche troppo frequenti, a elezioni primarie per indicare la leadership dei partiti, a sondaggi d’opinione ascoltati più dei profeti e degli indovini di un tempo. · Una convivenza democratica si struttura nel dialogo serrato tra il momento della partecipazione e quello della responsabilità decisionale. Da questo dialogo dipende la vita e la sopravvivenza di ogni democrazia. Partecipazione e responsabilità non stanno però su sponde diverse dello stesso fiume, come sembra lasciar credere la maniera corrente di intenderle: partecipare com...

A caccia di stelle

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http://www.finimondo.org/node/1535 Sono passati diversi anni da quando andavano a caccia di rivoluzionari nelle metropoli del paese, insieme. Uno scorrazzava a Torino, l'altro a Roma. Servitori dello Stato, portavano al loro padrone le teste mozzate di chi osava attaccarlo e morderlo. Era il loro lavoro e il loro dovere, ma un po' anche la loro passione: inseguire le tracce, braccare, stanare, impallinare. Quanti trionfi nello sterminare quel branco di lupi feroci che avevano la pretesa di vivere nella libertà della foresta anziché nello zoo della città! Poi, estinta o quasi quella fauna così pericolosa, le loro strade si sono divise. Hanno continuato a frequentarsi, naturalmente, ad addestrare assieme altri cacciatori, più giovani ed inesperti, ma insomma... sapete com'è, gli anni passano per tutti. Uno di loro, quello di Torino, è rimasto tutta la vita al servizio dello Stato per proteggerne il regno. Ma la sua fine carriera è risultata assai ingloriosa. La sua ul...

Natale

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http://www.finimondo.org/node/1532 Kordian (Giuseppe Ciancabilla) È Natale. C'è nell'aria frizzante della via la voluttà del tiepido raccoglimento accanto al fuoco, in casa, dopo i pasti famigliari, nell'ora beata della digestione. C'è nello sfarzo dei magazzini insolitamente ricolmi di merci e di cibarie, tutta una sfumatura di note vivaci che inneggiano alla vita, all'abbondanza, al piacere. E c'è una grande maggioranza di persone – uomini e donne, vecchi e giovani, bambini e adulti – che muoiono o vanno lentamente morendo, per mancanza di tutto, di casa, di cibi, di vesti, di gioie. Così, mentre le cose, la grande maggioranza delle cose, si sciupano nell'inutilità di servire agli uomini, si sciupano marcite, logorate, putrefatte, vi sono degli esseri che muoiono per la mancanza delle cose – o, meglio, non per la mancanza delle cose, ma perché vi sono altri uomini socialmente più forti, i quali impediscono loro di servirsene, ingiustamente. ...

L'insostenibile superficialità della moda

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http://www.ilcambiamento.it/editoriale/superficialita_moda.html Fra i tanti consumi non indispensabili o superflui di sicuro la moda è uno dei principali. Se la crisi fosse davvero come ce la dipingono dovrebbe essere uno dei primi settori a subire vistosi crolli e invece succede esattamente il contrario, gode di buona salute. di  Paolo Ermani   Fra i tanti consumi non indispensabili o superflui di sicuro la moda è uno dei principali. Se la crisi fosse davvero come ce la dipingono dovrebbe essere uno dei primi settori a subire vistosi crolli e invece succede esattamente il contrario, gode di buona salute.  Cosa ci può essere di più effimero e insensato di qualcosa che dura una stagione , è fabbricato normalmente da schiavi o schiave di paesi lontani e viene rivenduto a prezzi alti o altissimi semplicemente perché c’è un marchio famoso apposto da qualche parte? Un extraterrestre sceso sulla terra si domanderebbe se ci ha dato di volta il cervello a spendere cos...

Da Mazda la bioplastica vegetale per le auto

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http://www.greenme.it/muoversi/auto/15170-mazda-bioplastica-vegetale-auto Plastica biodegradabile per costruire un'auto .  Mazda  ha messo a punto la  prima bioplastica di origine naturale  ad alta resistenza che abbasserà l'uso dei materiali industriali che si basano sul petrolio, a tutto vantaggio delle  emissioni di CO2 . Una  plastica sostenibile , quindi, per gli interni delle vetture e resistente al calore, ma anche il primo  bio-tessuto  al mondo per i rivestimenti dei sedili, tutto realizzato in fibra di origine vegetale. Così, la casa automobilistica giapponese, insieme con Mitsubushi Chemichals, dà avvio a una autentica rivoluzione della produzione delle auto, anche se è da anni che è all'avanguardia nello studio di materiali ecologici per le automobili. Ora è il tempo di questa speciale  bioplastica che ha il pregio di poter essere colorata e non richiede verniciatura , riducendo dunque anche le emissioni dei composti or...

Il Progetto

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http://www.recoveringoil.eu/contenuti/progetto L’olio vegetale, dopo il suo impiego in cucina, è considerato alla stregua di un comune rifiuto e lo smaltimento non considera i possibili rischi per l’ambiente conseguenti alla sua dispersione.In Italia non esiste ancora una raccolta sistematica degli oli vegetali utilizzati per lo più dal consumo casalingo.  Tenuto conto di questo, il progetto vuole intervenire su tutta la filiera dell’olio vegetale esausto (Waste Cooking Oil - WCO) per raggiungere i seguenti risultati: elaborare un sistema di raccolta di WCO porta a porta nei due comuni pilota (Castell'Azzara in provincia di Grosseto e Ariano Irpino in provincia di Avellino), anche grazie all’utilizzo di un innovativo software sensibilizzare i cittadini e gli amministratori sui rischi ambientali derivanti dalla dispersione degli oli esausti nell'ambiente e sulle opportunità di produzione energetica avviare un progetto pilota nei due comuni sulla base di una valutazion...

Bere latte aumenta l’incidenza di fratture: un nuovo studio

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http://www.ilcambiamento.it/medicina/latte_fratture_osteoporosi.html Un nuovo studio svedese ha correlato l’assunzione di latte vaccino ad un aumento dell’incidenza di fratture ossee. Lo studio ha coinvolto 60.000 donne per 20 anni e 15.000 uomini per 15 anni. Vanno sempre più aumentando gli studi che contraddicono quanto dato per scontato fino a poco tempo fa e cioè che l’assunzione di latte vaccino (di mucca) consente di prevenire l’osteoporosi e le fratture ossee. Come spiega bene la nutrizionista Margie King su  GreenMedInfo , lo studio svedese ha analizzato le abitudini alimentari di 60.000 donne per 20 anni e 15.000 uomini per 15 anni (1) . I ricercatori hanno riscontrato che bere latte non abbassa affatto il rischio di fratture ossee, anzi le donne che bevevano tre bicchieri al giorno di latte hanno riportato più fratture, il 60% in più di rischio di frattura dell’anca e un 16% in più per fratture in generale rispetto alle donne che bevevano meno di 1 bicchiere ...

Finalmente in Italia

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http://italiadallestero.info/archives/20449 Fin dal Rinascimento le persone hanno abbandonato il Nord per il Sud, in certi casi senza più tornare indietro.  Alcune tra queste persone sono diventate proprietarie di paesini che sembrano essersi appena risvegliati dal sonno della Bella Addormentata o hanno acquistato uliveti, frantoi e vigne.   “Da 200 anni a questa parte siamo ospiti degli italiani ma quando si coltivano olive con loro e ci si siede a tavola tutti insieme, si parla e si ride, ci si sente accettati, ben voluti. E’ così che, poi, loro ti prendono a cuore.” Chi potrebbe saperlo meglio di Joachim Blüher? A Roma si occupa di un luogo in cui si coltiva la nostalgia per il Bel Paese. All’accademia tedesca “Villa Massimo” arrivano, grazie a delle borse di studio, artisti con lo scopo di comprendere l’essenza del dipingere, del fare poesia o del comporre in mezzo ai colori, ai profumi, alla gente e alla musica dell’Arcadia. Alcuni tra questi artisti alloggiano...

A quando la prossima catastrofe nucleare?

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http://www.ilcambiamento.it/editoriale/catastrofe_nucleare.html Quando si parla di nucleare sembra che nemmeno la famosa pedagogia delle catastrofi di cui parla Serge Latouche abbia effetti tangibili. Semmai Hiroshima e Nagasaki non avessero aperto gli occhi, almeno dopo Chernobyl il mondo avrebbe dovuto capire che con la maledetta follia nucleare non si poteva più avere a che fare. Invece niente, si è andati avanti come se nulla fosse. Intanto, una settimana fa un altro incidente in Ucraina è passato inosservato. di  Paolo Ermani   Sono proseguiti gli incidenti (l'ultimo la settimana scorsa in Ucraina) e si è arrivati a Fukushima e nuovamente l’intero mondo ha tremato: catastrofe di dimensioni incalcolabili che non ha ancora avuto fine e le cui conseguenze drammatiche dureranno per tempi incredibili. Per qualche giorno in quel periodo si è parlato di moratoria a livello mondiale e poi con il passare del tempo tutto è stato dimenticato, il Giappone ha pure eletto un...