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Beppe Grillo, il Washington Post gli dedica tre pagine: "E' come i fenomeni neonazi? La risposta è no"

http://www.huffingtonpost.it/2012/10/01/beppe-grillo-il-washingtonpost_n_1928003.html




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Beppe Grillo nella foto che apre l'articolo del Washington Post
Se lo chiede il Washington Post: perché l'Europa traballa davanti al terremoto politico guidato da un comico? Il giornale americano dedica oggi un servizio di tre pagine web a Beppe Grillo e al suo movimento. Partendo dall'instabilità dell'euro, da un'Europa che lascia spazi in cui si inseriscono movimenti estremi - Le Pen in Francia, Stronach in Austria e Geert Wilders in Olanda - quello di Grillo può essere accostato, come già è stato fatto, a forme neonazi? La risposta che lo stesso Post fornisce è no. Per più motivi.
Citando lo stesso Grillo "mi chiamano Hitler, ma non capiscono. Il nostro movimento sta riempiendo uno spazio analogo a quello che i nazisti avevano in Germania o i nazionalisti di Le Pen hanno in Francia: noi non siamo come loro. Siamo moderati” il Post ricostruisce la storia del comico. Dagli anni delle battute su Craxi sino al "momento della svolta", l'elezioni vinte a maggio da Federico Pizzarotti a Parma, città di 413mila persone (in realtà, se si conta anche la provincia), spiega come Grillo sia più che un comico liberal alla “Michael Moore” e non il leader di un "movimento di estrema destra". E' un "portavoce" di un popolo, i cinque stelle, "nato dal popolo di internet e dal blog di Grillo". Però l'Europa "ha paura": perché è "il contrario di Monti" e delle forme politiche "attuali", perché secondo i sondaggi "partiva dal 4%" e ora è la terza forza politica del Paese.
Secondo il Washington Post il comico, nell'Italia dei Fiorito, è dunque "cambiamento" nonostante il caso Giovanni Favia e le frizioni interne. "Lo stesso Favia dice che è l’unico con il coraggio necessario per spezzare la rete dei vecchi partiti. E' una necessità".

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