Antimafia@comune di Milano - Mattia Calise


Milano - 
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Durante il consiglio comunale di Milano del 19 settembre, nella parte iniziale quando ciascun consigliere può intervenire per richiamare l'attenzione su problemi di interesse generale, locale o di particolare rilevanza nazionale o internazionale, il nostro consigliere Mattia Calise ha speso i 5 minuti a sua disposizione per portare l'attenzione del consiglio verso la tematica della presenza della criminalità a Milano e per perorare con forza la richiesta che la futura Commissione Antimafia sia fatta sull'esempio della Commissione Smuraglia che fu istituita a Milano con ottimi risultati ad inizio anni 90, commissione che era caratterizzata da una netta predominanza di componenti indipendenti esterni rispetto alla componente costituita dai consiglieri comunali.

Il Movimento 5 Stelle di Milano ha gia dichiarato la sua posizione su come dovrebbe essere composta la Commissione Antimafia in un apposito comunicato stampa (http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/milano/areastampa1/comunicati_stampa/Comunicato%20Stampa%20n%C2%B0%2019%20-%20Commissione%20Antimafia.pdf) ed ha partecipato ad un presidio davanti a Palazzo Marino insieme ad altri cittadini per sostenere l'ipotesi della realizzazione di una nuova Commissione Smuraglia.
Comunque continueremo a seguire con grande attenzione l'evolversi della situazione e rilanciamo l'appello ai cittadini milanesi di firmare la petizione on line dal titolo "Una commissione antimafia a Milano competente e indipendente" (http://www.firmiamo.it/una-commissione-antimafia-a-milano) promossa dalle due seguenti Associazioni: Le Girandole e Qui Milano Libera.
Qui di seguito riportiamo l'intervento integrale di Mattia

"La mafia a Milano non esiste", era il 22 Gennaio 2010 e a dirlo era il prefetto Gian Valerio
Lombardi durante un'audizione della Commissione Parlamentare antimafia.

Sono trascorsi circa due anni da quella audizione, ora però è chiaro a tutti che non solo esiste, ma
vive tra noi e soprattutto fa grandi affari. Dallo spaccio di stupefacenti ai grandi appalti, dal mondo
della notte, al pizzo pagato ormai da un negoziante su 5.

A Milano non si tratta di semplice "malavita", ma di veri e propri sistemi criminali, network
complessi di cui fanno parte attori di settori diversi che fungono da cerniera per mondi
apparentemente distanti: i politici gestiscono il flusso della cosa pubblica, gli imprenditori
gestiscono l'accesso al mercato, i mafiosi partecipano agli affari, riciclano capitali e rimuovono gli
ostacoli.
La criminalità non fornisce più solamente beni illegali (lavoro nero, traffico migranti etc.), ma
fornisce una serie di servizi di cui beneficiano enormemente sia attori leciti che illeciti.

Che fare?
Il nostro comune può giocare una parte fondamentale in tutto questo, per prima cosa pretendendo
il rispetto degli standard legali per i grandi appalti: ci avviciniamo a Expo e non vogliamo che
finisca come per il passante ferroviario e le linee di metro, cioè a tangenti e arresti.

Non servono nuove misure straordinarie: esigere ad esempio il rispetto della legge 232
sull'organizzazione dell'impresa, legge purtroppo non applicata, renderebbe molto più difficile per
la criminalità organizzata infiltrarsi nei subappalti, come è avvenuto per la tratta TAV Milano Torino
e in parecchi altri casi; così come rendere trasparenti al 100% tutte le procedure di appalto
renderebbe la corruzione molto più contrastabile.

Oltre a questo ci spetta il dovere di rendere consapevole la cittadinanza di tutto ciò, in totale
rottura con il passato dove il problema era stato negato sul nascere; una cittadinanza attiva e
consapevole è sicuramente l'antidoto migliore alle infiltrazioni 'ndranghetiste nella nostra città, fare
informazione corretta ed efficace deve essere una nostra priorità.

Infine come Comune dobbiamo mettere in gioco tutte le nostre carte, come fece questo Consiglio
l'8 novembre 1990 deliberando l'istituzione di un "comitato di iniziativa e vigilanza antimafia"
diventato poi noto come Comitato Smuraglia, costituito da 11 esperti e 4 consiglieri comunali,
ricordato tuttora come uno strumento formidabile nella lotta alla criminalità organizzata e di cui
come MoVimento 5 Stelle chiediamo a gran voce la reintroduzione.

Mi auguro poi che non si voglia ripetere la tragicomica esperienza della COMMISSIONE
D'INCHIESTA SU CRIMINALITÀ ORGANIZZATA del marzo 2009, formata da 25 consiglieri e che
seppure votata all'unanimità, vide nelle riunioni la partecipazione dei soli consiglieri di minoranza e
fu revocata dopo tre mesi dall'allora maggioranza (di centrodestra), principalmente per le critiche
mosse proprio dal signor "la mafia a Milano non esiste", sempre lui, il prefetto Gian Valerio
Lombardi.
Le giustificazioni ricorrenti di molti consiglieri tuttora presenti in questo Consiglio - ignorando i
risultati del Comitato Smuraglia - furono che la Commissione non avrebbe avuto abbastanza
poteri: così si optò per non fare nulla, soprattutto non coinvolgere i cittadini.

In questo momento la criminalità è organizzata, e anche molto bene.. con un nuovo Comitato
Smuraglia potremmo iniziare a esserlo anche noi, se ce ne sarà la volontà politica.

Grazie
Mattia Calise

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