Siccità in più della metà degli USA, ma per gli americani non c’entra il riscaldamento globale

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siccità USA no riscaldamento globaleUn incredibile sondaggio mostra ancora una volta quanto gli americani siano capaci di nascondere la testa sotto la sabbia. Come dimostrato anche in precedenti post, questo è uno degli anni con la siccità più elevata della storia. Tra i Paesi più colpiti c’è sicuramente gliStati Uniti che non vivevano un periodo così secco da più di 60 anni. Secondo gli ultimi dati provenienti dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti 35 Stati su 50, il 64% del territorio nazionale, è in emergenza siccità.
Inizialmente di questi erano soltanto 23 a soffrire il clima secco, ma gli altri si sono aggiunti come una sorta di epidemia a causa dell’espansione delle stesse condizioni climatiche soltanto nelle ultime settimane. Si tratta delle avvisaglie più evidenti, secondo il mondo scientifico, degli effetti del riscaldamento globale, eppure nei piani per far fronte a tale emergenza, quasi nessuno degli Stati coinvolti ha inserito la lotta ai mutamenti climatici. E’ evidente infatti che una siccità così forte sia legata ai cambiamenti del clima, ma forse non lo è per la dirigenza di molti Stati colpiti.
Di questi infatti solo 7, California, Colorado, Delaware, Hawaii, Oregon e Wisconsin, hanno attuato dei robusti piani per far fronte all’emergenza agendo sulle cause del riscaldamento globale. Gli altri 28 invece probabilmente hanno deciso di puntare sulla danza della pioggia. Ma cosa ha comportato tutto questo?
Le conseguenze sono state molteplici. Quasi tutto il raccolto di mais effettuato negli Stati Uniti a fine luglio è stato giudicato di cattiva qualità. Per una pura legge economica, minori sono le risorse, maggiore è il prezzo finale. Per questo, generi alimentari di prima necessità subiranno un incremento del prezzo, anche se per adesso è stato limitato al 5% grazie all’intervento statale che paga gli agricoltori per mantenere i prezzi calmierati. Inoltre i pascoli saranno ora consentiti anche in aree in precedenza proibite perché trovare zone ancora in uno stato “normale” sta diventando complicato. Ma se prima queste zone erano vietate, un motivo ci sarà. E se non si interviene la situazione non potrà che peggiorare.

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