Falcone e Borsellino, una maratona sul Web per non dimenticare i due eroi dell'antimafia

Una maratona sul Web per ricordare Falcone e Borsellino. Ed è proprio Rita Borsellino, sorella di Paolo, il magistrato ucciso dalla mafia, a ricordare come “il nostro grido di allarme e dolore è stato raccolto da qualcuno e ignorato da troppi. E il silenzio, la solitudine, l'indifferenza sono ancora i nemici peggiori di magistrati e cittadini impegnati per la legalità”. Mentre Salvatore esprime la sua fiducia nei magistrati e nei giovani che “fanno camminare sulle loro gambe le idee di Paolo”. Anche perché – spiega il fratello del magistrato vittima di Cosa Nostra – “per me oggi i giovani sono più attenti alla storia del nostro Paese. E hanno fatto rinascere in me la speranza che si possa arrivare alla verità”. 
Affinché questa verità emerga in tutta la sua chiarezza è necessario tuttavia non dimenticare. Proprio per questo, a diciannove anni dall’attentato di via D’Amelio dove morirono Borsellino e 5 agenti di scorta e dalla strage di Capaci (avvenuta due mesi prima) dove persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta, la Rete vuole rendere omaggio ai due eroi che avviarono la battaglia contro Cosa Nostra.
Da martedì 19, dalle ore 10, in diretta a “rete unificata” su Altratv.tv, centinaia di micro web tv, blog e videoblog, web radio, micro media iperlocali e network editoriali trasmetteranno il documentario In un altro Paese di Marco Turco, tratto dal libro di Alexander Stille “Excellent cadavers. The Mafia and the Death of the First Italian Republic” (Cadaveri eccellenti. La mafia e la morte della prima Repubblica italiana). Il virale di lancio della maratona è on line.
Diciannove anni fa la bomba di via D'Amelio - Proprio il 19 luglio del 1992, dopo quello al giudice Falcone, un altro attentato mafioso sconvolge Palermo e il Paese intero. Quello di Paolo Borsellino. L’opera di Turco, prodotta da DocLab, ripercorre la storia della mafia dalla fine degli anni 70 ai giorni nostri, ricostruendo i legami tra Cosa Nostra e lo Stato italiano. Novanta minuti densi di fatti e testimonianze che prendono avvio dalla storia del maxi-processo di Palermo e dei due magistrati che lo hanno reso possibile. La storia del più grande processo anti-mafia mai celebrato, ma anche la storia di una lenta, inesorabile morte. “In un altro Paese – racconta Alexander Stille - gli artefici di una tale vittoria sarebbero stati considerati un patrimonio nazionale. Dopo aver vinto la prima battaglia a Palermo, ci si sarebbe aspettato che Falcone e i suoi colleghi fossero messi nelle condizioni di vincere la guerra. Invece in Italia avvenne proprio il contrario”.
Per non dimenticare e chiedere giustizia - Alla maratonacondotta da Giampaolo Colletti insieme a Anna Volpe e Davide Fonda prenderanno parte in webcam via Skype, oltre a Rita e Salvatore Borsellino, Danilo Sulis (Radio Cento Passi) e Pino Maniaci (Telejato). Sarà un'occasione unica per ricordare due figure insostituibili della nostra storia recente e per fare un bilancio della situazione. Nei diciannove anni trascorsi da quel giorno, afferma Rita Borsellino “di cose ne sono cambiate, ma non tutte quelle che avevamo sperato. Oggi abbiamo una sola certezza: siamo stati presi in giro. Si sono fatti beffe di noi, hanno riso del nostro dolore. E non c'è ancora la verità. Abbiamo continuato a parlare, a denunciare, fino alla nausea. Abbiamo continuato a farlo in questi diciannove anni e questo grido di allarme e di dolore è stato raccolto da qualcuno e ignorato da troppi. E il silenzio, la solitudine, l'indifferenza sono ancora i nemici peggiori di magistrati e cittadini impegnati per la legalità”.
Un concetto ripreso a piene mani dal fratello Salvatore: “Io distinguo tra ricordo e memoria. La memoria per me vuole dire impedire che la gente dimentichi e su queste stragi cada l’oblio. Ad oggi non è stata fatta giustizia e non si conoscono i veri mandanti. Per me non è stata una strage di mafia ma una strage di Stato. In questi ultimi mesi finalmente tanti personaggi hanno ritrovato la memoria parlando della trattativa e cominciano a ricomporsi i pezzi di un puzzle che spero presto arrivi al suo compimento. Si deve sapere chi ha condotto la trattativa e perché mio fratello è stato eliminato. Credo peraltro che sia stato ucciso perché si è opposto a quella trattativa. Mi aspetto che ai magistrati venga consentito di fare il loro lavoro perché su D’Amelio si stanno addensando anche gli strali su chi – ritengo – li voglia fermare. Comunque io ho fiducia in loro e nei giovani. Ho ricominciato a parlare dopo quasi dieci anni di silenzio, e questo anche grazie al documentario In un altro Paese. Oggi i giovani sono molto più attenti alla storia del nostro Paese, cercano di capire. E questi giovani hanno fatto rinascere in me la speranza che si possa arrivare alla verità”.
Nel documentario intervengono i giudici istruttori del primo pool anti-mafia Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello, il pm al maxi processo Giuseppe Ayala, i magistrati Ignazio De Francisci, Antonio Ingroia e Francesco Lo Voi, il giornalista Francesco La Licata e Letizia Battaglia fotografa di punta nella documentazione dei crimini di mafia.
La diretta è promossa appunto dal network delle micro web tv italiane Altratv.tv in collaborazione con Associazione SqueezeZoom bottega e Dude. Mentre un ringraziamento va a DocLab per l’autorizzazione alla trasmissione del documentario. Tutti i media che vorranno aderire all'iniziativa per rilanciare la diretta embeddando il player della trasmissione potranno richiedere il codice inviando una mail a info@altratv.tv .

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