Se a New York il Pd vota per Mattia Calise


I sostenitori del Partito Democratico a New York non hanno dubbi: il loro pieno sostegno va a Mattia Calise, candidato 5 stelle del Movimento di Beppe Grillo. Posizione da radical chic, come l'hanno subito bollata qui in Italia, o maturità politica, intesa come dialogo verso i delusi?

A New York non hanno dubbi:

il candidato sindaco ideale per Milano ha il volto di Mattia Calise, studente di scienze politiche alla Statale di Milano, 20 anni. E non per gli amanti dell’antipolitica, ma per i sostenitori del Partito Democratico (quello italiano). In un articolo che sicuramente scatenerà una caterva di polemiche, i piddini newyorkesi dichiarano il loro pieno sostegno e solidarietà a Mattia, indicato come “il volto della “Rivoluzione”, “quello che noi del partito democratico di New York vorremmo vedere in tutte le posizioni politiche e perchè no in alcune cariche istituzionali comunali, regionali e Nazionali.

Una posizione difficile da digerire, sia per il Pd nazionale e milanese, così come per Grillo: i primi, che si ispirano per certi versi agli Usa, ricevono proprio da chi negli Usa ci vive una sonora pernacchia; Grillo, invece, si trova a doversi ricredere su una cosa, ovvero che non tutti sono uguali, soprattutto tra i militanti.
Si legge nell’articolo: “Vogliamo un comune che pensi ai cittadini e non agli interessi dei cementificatori, dei petrolieri e delle multinazionali. Vogliamo un comune dove gli interesi della mafia, ‘ndrangheta e della camorra non entrino mai, nemmeno di striscio. Per fare questo ci vuole un viso come quello di Mattia, un viso libero senza paura di perdere la poltrona, perchè non l’ha mai avuta, o perchè i suoi ideali sono superiori al costo del mutuo. Mattia avrà ed ha, ne siamo sicuri, il coraggio di far cambiare una città vecchia dentro con i cittadini che guardano in basso quando camminano perchè hanno ormai perso tutte le speranza in ogni parte politica che ha cercato di rappresentarli. Mattia da NewYork siamo con te.  Il Partito Democratico dovrebbe prendere Mattia come esempio e attuare un ricambio di facce e quando diciamo facce intendiamo non a livello estetico ma interno e quindi anche un cambiamento del cuore sarebbe , basilare per la nostra sopravvivenza.
Che dire, a sette giorni dalle comunali più importanti della storia d’Italia, l’endorsement newyorkese al giovane Mattia, per altro mio compagno di corso, farà terribilmente arrabbiare tutti: dai vendoliani che vedono delegittimato il loro candidato Pisapia ai democratici che si vedono pugnalare alle spalle dai “cugini” d’oltreoceano. Prima però che la gente si lanciasse in insulti e parolacce (attività più semplice rispetto a quella di ragionare su temi politici rilevanti), vorrei introdurre due spunti di riflessione utili alla discussione.
Anzitutto, quanti giovani come Mattia nei partiti tradizionali vengono presi a pesci in faccia e, disgustati, se ne vanno dai partiti (qualsiasi)? Troppi. E non è un caso che i giovani d’oggi considerano la politica come una cosa sporca, indecente, buona solo per far soldi sulle spalle degli altri. Questa immagine del “sono tutti uguali” chi la dà e la fomenta? Non certo quei giovani che la vivono sulla propria pelle, bensì, ad esempio, quelli che negano il valore della centralità della Questione Morale sulla scena politica italiana. Affrontare la Questione Morale, sarebbe ora di capirlo, serve anche per combattere il cosiddetto “indifferentismo dei giovani alla politica“, che è, per dirla alla Calamandrei, la peggior offesa che si possa fare alla nostra Costituzione. Ma ai giovani, in quanto tali, non gli si può chiedere di turarsi il naso: perché se lo fanno a 20 anni, a 30 diventano gli anonimi replicanti di quelli che li hanno resi indifferenti alla politica.
Dovrebbero essere quelli che, dunque, hanno più esperienza e spessore politico-culturale (i cosiddetti saggi) a indirizzare i giovani verso la politica, anzitutto dando l’esempio. Scagliandosi contro la corruzione, buttando fuori dal proprio partito arrivisti, faccendieri, gentaglia che non ha a cuore il destino del Paese, bensì quello del proprio portafogli. Ma nessuno oggi lo fa. E allora come biasimare tutti quelli come Mattia, che alla fine si rifanno a Sandro Pertini ed Enrico Berlinguer? (Calise è l’unico giovane di 20 anni che di fronte a 3000 persone ha citato il famoso appello ai giovani che il sottoscritto diffonde da oltre due anni per la rete, nell’indifferenza dei cosiddetti saggi).
Forse le posizioni del Pd newyorkese non sono da radical chic, bensì dimostrano una maturità politica e una fiducia verso i giovani che se i vertici del Pd accogliessero in toto, forse il fenomeno Grillo non esisterebbe nemmeno. Ma stiamo attenti: essere giovani non basta. Bisogna avere passione, ideali, interesse per gli altri. Bisogna dimostrare amore per il prossimo, coniugando ideali e idee in un progetto politico, anche minimo, ma concreto. Fondato su legalità, coerenza, trasparenza.
Io non so se Mattia Calise entrerà in consiglio comunale, perchè è ovvio che sindaco non lo diventerà mai. Certo è che se a Sinistra ci si interrogasse del perché sta ottenendo grandi consensi, forse male non farebbe. E, soprattutto, se ci si dimostrasse un po’ coerenti nei fatti e nelle opinioni, forse quelli come lui non si troverebbero costretti a correre anche contro quella che, una volta, si chiamava Sinistra (ma che oggi non saprei dirvi che cos’è).
AGGIORNAMENTO DELLE 22:16
A quanto pare il nostro articolo ha suscitato un clamore tale che l’articolo di sostegno a Calise è stato oscurato sul sito del Pd di New York. Per dimostrare però che non raccontiamo balle, ecco gli screenshots:




Commenti