Che figura questo PD!


E menomale che eravamo ineleganti e faziosi a sollevare dubbi. In occasione della convalida degli eletti in Assemblea Regionale, il 3 giugno dell'anno scorso, fummo gli unici a non votare la nomina della collega consigliera Pd Daniela Montani. Nulla di personale contro di lei, ovviamente. Ma ci pareva che la valutazione sulla sua eleggibilità fosse stata svolta con una certa superficialità da parte dell'Ufficio di Presidenza. Evidentemente, se anche la Corte d'Appello di Bologna ha dato ragione a Marco Barbieri (sempre Pd) - primo dei non eletti a marzo 2010 nella lista Pd in provincia di Reggio -, qualche problemino nella scelta di Montani ci fu".
La notizia è che anche il secondo grado di giudizio ha dato ragione a Barbieri sulla legittimità della sua elezione a consigliere regionale al posto della collega Montani. La sentenza d'appello è immediatamente esecutiva, a meno che la consigliera Montani non ne ottenga (dalla stessa Corte che le ha dato torto) la sospensiva in vista di un ulteriore ricorso in Cassazione.
Il Partito democratico aveva voluto escludere il 7% degli elettori dell'Emilia-Romagna dall'Ufficio di presidenza (cioè il Movimento 5 Stelle) scegliendo di assegnare ogni posto dell'Opposizione al PdL. Quindi, a suo tempo, non avemmo modo di discutere la questione nella sede appropriata.
In Assemblea, però (era il 3 giugno scorso), chiedemmo lo stralcio della votazione di Montani e al momento del voto per non rischiare un voto amministrativamente illeggittimo, uscimmo dall'Aula. Addirittura da parte del consigliere regionale Maurizio Cevenini, ora anche capolista di Virginio Merola alle Comunali, era arrivato l'invito a ritirare la nostra richiesta di approfondimento della questione. Mentre il Capogruppo Pd in Regione, Marco Monari, parlava di "atteggiamento sgradevole" da parte nostra, nel sollevare dubbi sull'eleggibilità di una collega presente in aula. Sarebbe elegante, ora, che qualcuno ci porgesse le sue scuse. Ma non lo farà, perché la logica della casta impone autoprotezione e chiusura, mancanza di trasparenza e insabbiamento.
Spiace fare le Cassandre: ma se ora un giudice ha sancito l'ineleggibilità della consigliera, evidentemente i nostri dubbi non erano così insensati. Oltretutto, in primo grado viale Aldo Moro si costituì parte civile al fianco di Montani. Chi paga per la caparbietà della Regione e le leggerezze del suo Ufficio di presidenza?! E la collega dovrà restituire quasi un anno di stipendi e benefit? E poi ci si lamenta delle spese legali, a quattro mesi dall'inizio.

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