Sisma, il ras del Pdl nel mirino dell’antimafia

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Giorgio Mottola 
 
INCHIESTA. Filippo Piccone, senatore e coordinatore regionale del Pdl in Abruzzo, al centro di un’indagine della Dda di Napoli sull’infiltrazione dei clan della camorra nella ricostruzione.
La politica potrebbe aver aiutato i clan della camorra a infiltrarsi in Abruzzo negli appalti della ricostruzione post terremoto. C’è una traccia precisa che i magistrati stanno seguendo da diversi mesi. Nelle indagini sarebbe finito anche Filippo Piccone, coordinatore regionale del Pdl, senatore della Repubblica e tra gli uomini politici più potenti dell’Abruzzo. Il suo nome spunta nelle carte di un’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Napoli.

Il coinvolgimento di Piccone è confermato da fonti molto attendibili della Dda napoletana. Non è però ancora possibile chiarire a che titolo il senatore del Pdl sia presente nelle indagini e con quali responsabilità. Il contesto sarebbe tuttavia quello degli appalti pubblici e privati per il dopo sisma e il tentativo dei clan casertani e napoletani di partecipare alla spartizione. A carico di Piccone non ci sarebbe invece ancora alcun procedimento aperto presso la Procura dell’Aquila. Lunedì sera il sito internet di Repubblica aveva fatto riferimento a un’inchiesta della magistratura abruzzese sui presunti legami tra il coordinatore del Pdl e una ditta casertana, legata al clan dei casalesi. Ieri c’è stata prima la smentita dell’avvocato di Piccone: «Non è arrivato alcun avviso di garanzia, la notizia apparsa sui giornali è falsa». E poi anche quella del Procuratore dell’Aquila, Alfredo Rossini che a Terra ha negato che presso la sua Procura sia stata aperta un’inchiesta sui rapporti tra il senatore e la camorra.

Ciò però non implica necessariamente che non ci sia alcuna indagine. Riferimenti a Piccone emergerebbero infatti da alcune intercettazioni telefoniche, nell’ambito un’inchiesta che la Dda napoletana tiene aperta da mesi su alcune società legate alla camorra, che subito dopo il terremoto hanno provato a sbarcare in Abruzzo. I fascicoli dell’inchiesta non sarebbero stati però ancora trasferiti ai colleghi aquilani.

Fuori dall’Abruzzo, non gode di molta notorietà Filippo Piccone. Eppure il coordinatore del Pdl è uno degli uomini chiave del potere abruzzese. Per anni sindaco di Celano, in provincia dell’Aquila, e ras incontrastato della Marsica, nel 2008 non raggiunse la candidatura alla presidenza della Regione solo per un soffio. Dopo un lungo ballottaggio interno Berlusconi gli preferì il più telegenico Gianni Chiodi, eletto poi Governatore. Come compensazione venne affidata a Piccone, eletto senatore prima nel 2006 e poi nel 2008, la guida del partito regionale. Lo scorso anno è stato coinvolkto nell’inchiesta Re Mida, senza essere però indagato. Il padre è socio in affari di Dante Di Marco. A una società di quest’ultimo è stato sospeso il certificato antimafia perché sospettata di aver riciclato i soldi del tesoro di Vito Ciancimino.

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