(ASCA) - Roma, 2 feb - Il periodo analizzato ha poi visto il progressivo ridursi del tasso di crescita del reddito disponibile nazionale, che e' passato da un incremento del 3,5 per cento del 2006 ad una flessione del 2,7 per cento nel 2009, la prima dal 1995. L'impatto e' stato piu' forte nel settentrione (-4,1 per cento nel Nord-ovest e -3,4 per cento nel Nord-est) e piu' contenuto al Centro (-1,8 per cento) e nel Mezzogiorno (-1,2 per cento). In generale, tale diminuzione e' essenzialmente da attribuire alla marcata contrazione dei redditi da capitale, anche se, in alcune regioni (in particolare Piemonte e Abruzzo), un importante contributo negativo e' venuto dal rallentamento dei redditi da lavoro dipendente. La significativa diminuzione del reddito disponibile registrata dal Nord-ovest nel 2009 e' da imputarsi alla cattiva performance di Piemonte e Lombardia, che da sole rappresentano il 90 per cento del reddito disponibile della circoscrizione. In Piemonte, infatti, si e' verificata una forte contrazione dell'input di lavoro dipendente e, di conseguenza, dei relativi redditi da lavoro; la Lombardia sconta, invece, la battuta d'arresto degli utili distribuiti dalle imprese a seguito della diminuzione del valore aggiunto. Le famiglie residenti nelle regioni meridionali sembrano aver subito in misura minore l'impatto della crisi. Calabria e Sicilia sono le uniche due regioni italiane in cui il reddito disponibile delle famiglie ha mostrato tassi di crescita lievemente positivi; in tali regioni, peraltro, anche la dinamica del Pil e' stata migliore che altrove. Le regioni meridionali hanno anche beneficiato di una tenuta degli interessi netti ricevuti dalle famiglie, spiegata in parte dalla minore propensione delle famiglie meridionali agli investimenti rischiosi. Tale comportamento, che negli anni passati aveva frenato la crescita degli interessi netti, nel 2009 ha messo al riparo le famiglie dalla diminuzione degli interessi attivi conseguente alla crisi (sono stati proprio i tassi di interesse delle attivita' finanziarie meno rischiose, come ad esempio i depositi postali, a tenere di piu'). Anche nel 2008, a fronte di un aumento del reddito disponibile nazionale del 2,3 per cento, il Nord-ovest ha registrato, per questa variabile, il tasso di crescita piu' contenuto (+1,8 per cento), a causa della debole dinamica di Lombardia e Liguria (+1,2 e +1,8 per cento rispettivamente). In tale anno la ripartizione che ha evidenziato la crescita piu' sostenuta e' il Nord-est, dove si sono distinte le performance di Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trento (+5, +4,3 e +3,6 per cento rispettivamente), le migliori a livello nazionale. Contemporaneamente, Centro e Mezzogiorno hanno evidenziato tassi di crescita prossimi alla media nazionale e pari, rispettivamente, a +2,5 e +2,2 per cento. Al Centro, il valore del Lazio e' risultato quello piu' elevato (+2,9 per cento), mentre nel Mezzogiorno si sono distinti quelli di Abruzzo e Basilicata (+3,4 e +3,1 per cento rispettivamente). Le regioni con i tassi di crescita del reddito delle famiglie piu' modesti sono state Molise e Calabria (+0,8 e +1,1 per cento rispettivamente). did/cam/alf (Asca) |
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