«Via il segreto di Stato dalle navi dei veleni»

Vincenzo Mulè
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INCHIESTA. Che ruolo hanno avuto i servizi segreti nei traffici illegali dei rifiuti? Dopo le rivelazioni di Terra sul documento del Sismi, scattano le prime interrogazioni parlamentari.
Passa per Brescia la ricerca della verità sulle navi dei veleni. Nelle prossime settimane, infatti, la Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti convocherà di nuovo il nucleo investigativo della guardia forestale del capoluogo lombardo. Oggetto principale dell’incontro sarà proprio quello di verificare il tipo di rapporti che esistevano tra governo, servizi segreti e gestione dei traffici di rifiuti e armi. Questione tornata d’attualità dopo la notizia pubblicata ieri dal nostro giornale circa il pagamento di una somma ingente da parte del governo Dini al Sismi per «lo stoccaggio di rifiuti e armi». Il documento del governo Dini, ricordiamo, reca la data dell’11 dicembre 1995. Sono quindi trascorsi i quindici anni previsti dalla legge per la sussistenza del vincolo.

Sulla vicenda, Roberto Della Seta, senatore del Pd, ha preannunciato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Per l’ex presidente di Legambiente, che fu la prima nel 1994 a denunciare i traffici di rifiuti, il vincolo di riservatezza «presume che il documento contenga informazioni che coinvolgono settori dello Stato. E questo -aggiunge Della Seta – è ancora più preoccupante perchè confermerebbe che intorno alla vicenda delle navi dei veleni ci sia la responsabilità di pezzi deviati dello Stato. Il segreto di Stato – conclude il senatore del Pd – si giustifica solo con l’esistenza di un problema legato alla sicurezza nazionale. Ipotesi che, indirettamente, confermerebbe la presenza nei traffici di una zona grigia dello Stato talmente deviata da entrare in questo business. Il tutto con la copertura colpevole della politica, incapace in quindici anni di rimuovere il segreto di Stato».

Elisabetta Zamparutti, deputata radicale letta nelle liste del Pd, sottolinea, inoltre, come la decisione di coprire con il segreto un documento del genere «ubbidisca a una logica di sicurezza militare tutta interna che non si concilia con trasparenza sui dati ambientali sancita dalla convenzione di Aarhus». Per il membro della commissione ambiente, che quanto prima chiederà al presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella notizie circa la disponibilità del documento, «se è grave che il segreto di Stato abbia coperto le attività del Sismi sulle navi dei veleni, sarebbe gravissimo se l’attuale governo decidesse di prorogarlo».

Alessandro Bratti, membro del Pd proprio in commissione ecomafie, ha infine annunciato che «appena ne avrò la possibilità, verificherò in Commissione la possibilità di togliere il vincolo e verificare perchè sia ancora segretato. Il nostro intento – continua il politico ferrarese – è quello di andare a fondo in questa storia. E per farlo, occorre andare a ritroso, riprendendo tutte le questioni già affrontati dalle precedenti commissioni».  Proprio in questa direzione va interpretato la prossima convocazione del pool investigativo di Brescia, protagonista di un clamoroso stop alle indagini subito dopo la morte del capitano Natale De Grazia.  Con tempistiche troppo anomale per non meritare un approfondimento.

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