Rossella Anitori
IL CASO. La Procura di Velletri apre un’inchiesta sull’impianto di Albano, in provincia di Roma, dopo gli esposti dei comitati. I quantitativi sarebbero in eccesso e le tariffe troppo elevate.
A parlare è Daniele Castri, legale del coordinamento contro l’inceneritore di Albano, che aggiunge: «Nel quarto e nel quinto invaso risulterebbero esserci 90 metri cubi di spazzatura anziché 40, mentre la sesta buca si svilupperebbe in altezza per oltre 10 metri rispetto al limite massimo autorizzato». Ma non è tutto. I Comuni del bacino pagherebbero caro per liberarsi della propria immondizia. «Il costo del conferimento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani presso la discarica di Albano - spiega Castri - risulta superiore al relativo costo medio regionale». La fatturazione avverrebbe, infatti, in base a un decreto straordinario (il n.4 del 3 marzo del 2006) ormai decaduto, emanato da Piero Marrazzo in qualità di commissario per l’emergenza rifiuti della regione Lazio, un’emergenza che si è conclusa però il 30 giugno del 2008. «Provvedimenti di questo tipo - sostiene il legale - non possono valere oltre lo stato di emergenza a cui sono direttamente connessi».
I magistrati vogliono vederci chiaro: richieste di documentazione sono state inviate ai Comuni di Albano, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi, Pomezia e Rocca di Papa. Alla Pontina Ambiente srl spetterà invece fornire le fatture emesse dal primo gennaio del 2005 ad oggi. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Velletri finiranno anche i verbali d’ispezione dei vari sopralluoghi effettuati dall’Arpa, l’Agenzia regionale di protezione dell’ambiente, gli elaborati progettuali dell’impianto di discarica e le relazioni tecniche e descrittive delle indagini geologiche e idrogeologiche. E mentre le indagini procedono, aumentano le domande: «Da dove è arrivata tutta questa spazzatura? Da chi viene pesata al momento del conferimento? Perché il prezzo è maggiore del previsto? Che tipo di controllo garantiscono le istituzioni?». Spetta ora alla Procura di Velletri sciogliere questi nodi.
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