L’Ue: “Sui rifiuti l’Italia dorme dal 2007″. E Bertolaso s’arrabbia

Il Capo Dipartimento della Protezione Civile rintuzza i moniti giunti ieri da Bruxelles: “Ci propongano una soluzione alternativa”. Come se spettasse all’Europa farlo.

Guido Bertolaso, bisogna capirlo, probabilmente in questo momento ha molto da fare. Normale che quando qualcuno, in piena crisi rifiuti a Napoli, gli rimproveri la sua mala gestione della situazione, lui vada un po’ su di giri. Il disturbatore in questione si chiama però terzigno fiaccolata discarica LUe: Sui rifiuti lItalia dorme dal 2007. E Bertolaso sarrabbia Unione Europea, e ieri, attraverso il commissario dell’Unione all’ambiente, lo sloveno Janez Potocnik, si è detta “fortemente preoccupata per gli eventi che accadono in queste ore in Campania”.
CI RISIAMO – “La Commissione sta ancora valutando la documentazione che ci è stata trasmessa dalle autorità italiane all’inizio di ottobre, ma la situazione odierna ci fa pensare che le misure adottate dal 2007 in poi sono insufficienti. Ciò che succede in questi giorni dimostra che le autorità italiane non hanno ancora preso tutte le misure necessarie per giungere a una soluzione definitiva ed adeguata del problema”, affermano da Bruxelles. E Bertolaso, indispettito, bacchetta: “L’Unione europea farebbe bene a fare il proprio mestiere, invece di dare giudizi dovrebbe dare una mano e trovare alternative”. Tacciano, da Bruxelles, e se proprio hanno qualcosa da dire, dicano qualcosa di costruttivo. Non conta il fatto che le minacce da Bruxelles si annunciano abbastanza serie e concrete: “La Commissione sta valutando la possibilità di inviare in Campania una propria delegazione per accertare la situazione in loco e valutare le misure necessarie da adottare nel contesto dell’infrazione in corso. Qualora la Commissione dovesse nuovamente deferire la causa alla Corte di giustizia e qualora la Corte dovesse nuovamente condannare l’Italia, tale condanna comporterebbe una sanzione pecuniaria”.
SCARICABARILE – Fermiamoci un attimo: Bertolaso accusa l’Unione di “non star facendo il proprio mestiere”, sostenendo, invece, che sarebbe gradito un qualche aiuto per trovare “soluzioni alternative”. Il che vuol dire, principalmente, che Bertolaso sta invitando l’Unione ad uscire dalle proprie competenze: ovvero, esattamente a non fare il proprio mestiere. Come potrebbero, infatti, da Bruxelles, trovare un posto per una nuova discarica (“elaborare soluzioni alternative”, dice l’ex-sottosegretario: che altro intende? Si spieghi)? Se lo facessero, si sostituirebbero alle Istituzioni italiane che, appunto, devono fare il loro mestiere, e risolvere la situazione. Anzi, avrebbero già dovuto farlo, ma non ci riuscirono, visto che, come abbiamo scritto su queste pagine, e come ribadiscono oggi da Bruxelles, l’UE ha già dovuto inviare un’ispezione ufficiale che verificasse cosa diavolo stesse succedendo nel napoletano, la quale aveva messo per iscritto la reiterata perpetrazione di “varie “singolarità” e irregolarità, venendo a 20100210 bertolaso guido bis LUe: Sui rifiuti lItalia dorme dal 2007. E Bertolaso sarrabbia conoscenza anche di veri e propri “reati ambientali” commessi con disinvoltura e in maniera impunita dalla struttura pubblica di “intoccabili”, veri e propri appartenenti ad una specie di “struttura extraterritoriale”, parallela e superiore alle normali istituzioni, con licenza di spendere e spandere disinvoltamente denaro pubblico senza risolvere in 15 anni di attività straordinaria la normale incombenza di avviare un ciclo dei rifiuti nel rispetto delle leggi italiane e comunitarie“.
ISPEZIONI – Dunque è esattamente questo il “mestiere” dell’Unione: proclamare leggi di principio - o anche dettagliate, dipende – che poi gli Stati membri sono tenuti ad attuare. Se non ci riescono, vengono ispezionati, ripresi per le orecchie e alla fine, sanzionati pecuniariamente. E’ così che funziona il governo dell’Unione: come potrebbe Potocnik - o chi per lui – domani presentarsi in prefettura e risolvere la situazione? Se succedesse si griderebbe, e giustamente, al conflitto istituzionale. Così: oggi l’Ue, che ha di nuovo sul tavolo il dossier Napoli, si chiede se dovrà inviarne una seconda, di ispezione, prodromica ad una sostanziosa sanzione – e da Bruxelles, peraltro, fanno in questi minuti sapere che sarebbero addirittura pronti ad “aiutare in ogni modo gli stati membri per mettersi in regola con la normativa comunitaria”. Bertolaso, furente, rimette tutti al proprio posto, chiedendo all’Unione di fare qualcosa che l’Unione non può fare, e che dovremmo fare (anzi: aver fatto) noi, da tempo. Tutto questo, evidentemente, è normale, nell’Italia delle emergenze eternamente irrisolte. Anzi, magari fanno proprio a cambio, arriva Potocnik e Bertolaso se ne va in Europa: se però poi lo sloveno l’emergenza la risolvesse davvero, magari a Super Guido un po’ dispiacerebbe pure.

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