Expo 2015: ecco come il PdL (e Silvio) ci guadagneranno bei quattrini


Grazie ad un intervento dell’attuale ministro allo Sviluppo Economico, dopo l’evento del 2015, i terreni si rivaluteranno e chi li possiede metterà a segno un affare milionario.
L’Expo è un grande affare per i proprietari dei terreni sui quali, per il 2005, dovranno essere belli e pronti Berlusconi mitra Expo 2015: ecco come il PdL (e Silvio) ci guadagneranno bei quattriniuna miriade di grattacieli tra i 14 e i 18 piani, uffici, case, negozi. Mancano 5 anni all’evento eppure un piano ben preciso su come verranno strappati ai proprietari e sfruttati quei terreni non c’è ancora.
CINQUE GIORNI ALLA META – Mancano 5 giorni alla scandenza dell’ultimatum  del Bureau international des Expositions, che vuol sapere cosa si sia fatto finora, e dettagli sulle modalità di utilizzo di quei terreni sui quali dovrebbe sorgere l’Expo non ci sono ancora. Le decisioni vere, se ci saranno – scrive Alberto Statera su Affari Finanza – verranno in un imminente incontro tra Roberto Formigoni e Giulio Tremonti. Il governatore vorrebbe una newco pubblico-privata, il sindaco di Milano Letizia Moratti, invece, terreni in comodato d’uso, da restituire ai proprietari con un valore almeno triplicato dopo il 2015.
L’AFFARE DEL CAVALIERE – Qualunque sia la soluzione pare che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia già provveduto a mettere a segno il suo piccolo affare. I fortunati proprietari del suolo dove sorgerà l’Expo si chiamano Gianpiero Cantoni, parlamentare del PdL e presidente della Fondazione Fiera, e Marco Cabassi. Tra i terreni nella disponibilità di quest’ultimo ci sarebbero anche quelli cedutigli dal Cavaliere. Un’area di 500mila metri quadri agricoli a Monza in zona Cascinazza sulla quale il premier aveva un tempo intenzione di costruire 60 palazzi, una specie di Milano 4, venduta a Cabassi con una clausola di integrazione al triplo del prezzo in caso di valorizzazione. Una valorizzazione che sembra obiettivo facile da raggiungere.
IL RUOLO DI ROMANI – Grazie soprattutto ad un vecchio intervento del neoministro allo Sviluppo Paolo Romani. Romani, spedito a fare l’assessore al Comune di Monza, dove – racconta Affari & Finanza – venne soprannominato l’assessore agli affari di famiglia – ha già colto l’occasione dell’Expo per imbastire una variante al PGT che rende edificabile l’appezzamento. “La variante Romani, nel frattempo diventato assessore all’Expo, prevede - ricorda oggi Statera - un primo utilizzo dell’area per il 2015 e poi un riutilizzo residenziale, che farà affluire alla famiglia del Premier altri milioni per la valorizzazione dell’area“. Dopo l’approvazione di quella variante si parlò di edificabilità dell’area per un volume superiore a 500mila metri cubi, pari a 10 palazzi di 5 piani. Nominato assessore all’Urbanistica nel 2007, Romani, già coordinatore regionale di Forza Italia, risultò assente all’85% delle sedute dell’esecutivo del capoluogo brianzolo. Del quale ha fatto parte fino a novembre 2009. Nel momento delle dimissioni ha dichiarò di voler comunque continuare ad occuparsi dei progetti legati all’Expo. I terreni della famiglia Berlusconi furono acquistati dal fratello del Premier Paolo circa 30 anni fa.

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