È allarme obesità per i bambini italiani. Poca attività fisica e una alimentazione scorretta i principali fattori che portano agli allarmanti risultati emersi dalle indagini appena presentate dal Ministero della Salute.
di Dario Lo Scalzo - 19 Ottobre 2010
Il Ministero della Salute lancia l'allarme obesità per i bimbi italiani
I dati forniti dal sistema di sorveglianza OKkio alla Salute sono inquietanti. Su un campione di 42.000 bambini delle scuole elementari, il 23% è in sovrappeso mentre l'11% è obeso. Preoccupanti anche le abitudini di questi bimbi: il 9% salta la prima colazione e il 30% non ne fa una adeguata e salutare; ed ancora 1 bambino su 4 non mangia quotidianamente frutta e verdura, circa il 50% consuma bevande zuccherate o gassate nell’arco della giornata.
Il dilatarsi del girovita dei nostri bimbi è anche legato alla scarsa propensione al movimento: 1 bambino su 5 pratica sport per non più di un’ora a settimana e 1 bambino su 2 ha la TV in camera. A tal proposito è stato inoltre presentato lo studio di approfondimento Zoom8, condotto dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) su un campione di 2.100 bambini di età compresa tra gli 8 ed i 9 anni. Tale studio ha mostrato che circa il 70% dei bambini non ha l’abitudine di andare a scuola a piedi e che solo il 27% dei bambini gioca per più di due ore al giorno all’aria aperta, nei giorni feriali.
Complici di questo stato di cose i genitori che, secondo lo studio condotto da Okkio alla Salute, non sempre hanno una percezione corretta dello stato dei propri figli. Infatti, il 36% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il proprio figlio non sia in eccesso.
Spesso i genitori affidano il loro investimento educativo ad un telecomando
Ma, di certo, ogni tanto c'è da chiedersi verso dove vogliamo inoltrarci ancora, c'è da chiedersi se non stiamo perdendo il controllo di noi stessi, dei nostri corpi e dei nostri limiti, come se fossimo in preda ad una sorta di Matrix in cui gli uomini credono di vivere liberamente e invece sono imprigionati in un mondo costruito dai media, dal consumismo, dall'introito a tutti i costi. Una società camaleontica il cui burattinaio è in grado di vendere a noi 'burattini' l'essenzialità dell'immagine e, allo stesso tempo, di distruggerla abilmente in nome del Dio denaro.
L'educazione alimentare giace nei ripostigli polverosi delle nostre case mentre sugli scaffali appaiono lucenti e colorate le merendine farcite, le patatine e le caramelle gommose. I nostri figli passano i loro anni più freschi e spensierati all'interno di una scatola metallica a quattro ruote per poi entrare in una casa ed ancora dentro una scuola e poi ancora dentro le quattro mura di un'altra casa o di un cinema o di un McDonald’s per terminare la giornata davanti (o forse dentro) ad altre scatole chiuse: la TV, la Play Station, il cellulare, il PC.
Bombardamenti cerebrali che seminano l'immobilismo. Dove è finito il gusto di assaporare la Natura, di giocare per le strade, di saltare da un lato all'altro durante la ricreazione? Che fine ha fatto il vivere all'aria aperta, dove è l'aria e dove sono gli spazi nei centri urbani, cementificati fino all'inverosimile?
L'educazione alimentare giace nei ripostigli mentre sugli scaffali appaiono le merendine farcite, le patatine e le caramelle gommose
I genitori intervistati suggeriscono di ridurre la pubblicità sugli alimenti confezionati, di potenziare le strutture sportive pubbliche e di aumentare le ore di attività fisiche scolastiche. Probabilmente sono gli stessi genitori che rientrando a casa stanchi e stressati, affidano il loro investimento educativo ad un telecomando.
C'è da chiedersi tristemente se, così come per altri ambiti, non occorra ricominciare da zero ed educare gli educatori.
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