L’ingiustizia italiana. Antonio Cautillo: silenzio di Stato.

27 07 2010

Vi abbiamo già parlato di quello che é ormai un giallo italiano: il caso del Maresciallo dei Carabinieri Antonio Cautillo e dell’’insolita situazione che lo vede di continuo “inquisito”.
Vicenda che definimmo “imbarazzante” che si trascina da 3 legislature, di cui si sono occupati ben 14 parlamentari di Camera e Senato, oltre dieci anni tra procedimenti di vario tipo, in cui il Maresciallo ha superato numerosi processi nei Tribunali nonché una sequela di procedimenti disciplinari “a pioggia” come li definisce il suo legale, una cinquantina circa, con stima per difetto, discriminazioni, minacce di destituzione dall’Istituzione, una serie di repentini trasferimenti d’autorità) tutti fatti che se da un lato lo hanno sempre visto dalla parte della ragione lo hanno anche notevolmente prostrato.
Cifre da guiness dei primati quelle del Maresciallo: mai nessun militare aveva resistito tanto; tra i ben 10 ricorsi al TAR Sardegna, tramite l’Avv. Prof. Gian Luigi Falchi, Preside dalla P.U.L., balza agli occhi uno “contro il Ministero della Difesa in persona del Ministro per l’annullamento della sanzione disciplinare di Corpo di un giorno di consegna”, secondo quanto dichiara il legale del M.llo la punizione gli è stata inflitta per aver portato a conoscenza della Presidenza della Repubblica un esposto querela, concernente la propria situazione personale pertinente il rapporto di pubblico impiego nell’ambito dell’Arma dei carabinieri, caratterizzata da atteggiamenti chiaramente persecutori, ed oggetto di interrogazioni parlamentari e anche pertinenti diversi processi penali, contro di lui intentati e conclusisi tutti con la di lui assoluzione con formula piena.
Punizione per cui lo stesso Maresciallo aveva chiesto di conferire con il superiore Comandante Generale dell’Arma ed il Ministro della Difesa con ben due istanze (rimaste senza esito) allo scopo di sollecitare dalla Autorità ex legge preposta in sede giustiziale l’annullamento del procedimento disciplinare  in sede di autotutela ma ottenne: il silenzio.
Da guiness dei primati le assoluzioni a seguito del “diluvio” di incriminazioni penali “ammucchiate” nei confronti del Maresciallo dal 1997 ai giorni nostri che sarebbe davvero lungo anche solo elencare in forma analitica: 13 anni di inferno.
Tra tutti i precedenti penali risoltisi a totale favore del Maresciallo “spicca”, se così si può dire, una denuncia penale (10.6.02) del Gen. Gasparri nei suoi confronti per cui é stato incriminato per “diffamazione aggravata” (p.p. 0576/02 Procura Militare) ed assolto il 4.2.03, sentenza n. 13/03 “perché il fatto non sussiste”.
Generale che gli ha anche inflitto una sanzione disciplinare di “10 giorni di consegna di rigore” che il Maresciallo ha, nel lontano 2002, impugnato con ricorso giurisdizionale nanti il TAR, tuttora pendente.
Il Generale Gasparri é fratello del più noto Onorevole Maurizio Gasparri, capogruppo dei Senatori del Popolo delle Libertà, in quota ex AN, come l’attuale Ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Promana ora da tutti i partiti, indipendentemente dalle singole e diverse ideologie ed appartenenze, una richiesta di far luce sulla vicenda mediante “l’avvio di una indagine interna al fine di accertare le motivazioni e responsabilità dei fatti in premessa,” nonché dall’interessato 18 istanze di verità e giustizia “per difendere la dignità professionale e il proprio lavoro” al Ministro della Difesa: il silenzio.
Antonio Cautillo, uomo delle Istituzioni, di certificata onestà e rettitudine morale, correttamente, ripone fiducia nelle medesime e stigmatizza “chi fa ogni giorno a caro prezzo il proprio dovere ed ha senso dello Stato confida nelle Istituzioni di garanzia poste a tutela del cittadino onesto da cui deve poter avere risposte”.
Di seguito aggiornamenti sull’attualità di un onesto servitore dello Stato che lo Stato deve difendere.
Ecco cari amici e lettori; una volta letto questo post molto formale che racchiude in un brevissimo sunto la travagliata storia del M.llo Cautillo, mi auguro di aver fatto riflettere, di aver colpito il cuore e, prima di tutto ciò, mettervi nella condizione di dire “Potrebbe capitare a chiunque. E’ un onesto lavoratore e come tale deve essere aiutato”
Il mio modesto ed umile aiuto si sta rivelando importante, ma solo grazie al vostro appoggio ed aiuto possiamo fare sempre più “grossa” questa voce.
Antonio ha sete di giustizia ed in quanto figlio della stessa bandiera e quindi nostro fratello, merita tutta la nostra solidarietà ed aiuto.
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Forza ragazzi!

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