Il prezzo dell’onestà: 8.000 euro e fino a 6 anni di carcere.

E’ un paese strano, il nostro.
L’Italia degli onesti che vorrebbero denunciare i ladri.
L’Italia in cui le guardie vanno a pranzo con i ladri.
L’Italia degli onesti che affondano nel girone della distruzione mediatica e giudiziaria.
L’Italia dei disonesti che denunciano gli onesti facendo in modo che le spese legali facciano da tappo alle loro bocche.
Parliamo della sorella di Gianni Letta (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri).
Maria Teresa Letta, Presidentessa Regionale (ora commissario) della Croce Rossa in Abruzzo ha, di fatto, commesso da anni gravissimi illeciti all’interno della Croce Rossa Abruzzese.
Sul suo cammino ha incontrato il Maresciallo capo Vincenzo Lo Zito che aveva il compito di controllare che non avvenissero illeciti e che ha prontamente e ripetutamente denunciato le molteplici anomalie.
Per molto tempo è rimasto inascoltato, ma, finalmente, nel 2008 arriva un controllo dei Revisori dei Conti che rilevano gli illeciti fino a quando Maria Teresa Letta si presenta in ufficio per invitare a pranzo gli stessi Revisori dei Conti che, invece di rifiutare l’invito, non solo vanno a pranzo con l’indagata, ma non faranno più ritorno nel luogo dove avevano riscontrato gli illeciti, o meglio, rientrano in sede per comunicare che devono rientrare a Roma e l’ispezione cessa.
A questo punto, il maresciallo Vincenzo Lo Zito decide, giustamente, di segnalare l’operato anomalo dei Revisori dei Conti.
Questo gesto di denuncia verso i Revisori dei Conti, comporta, per il Maresciallo Vincenzo Lo Zito, la querela per Calunnia ad opera dei revisori stessi.
L’Udienza preliminare è fissata per il giorno 23 giugno alle ore 11:30 presso il Tribunale di Roma, Piazzale Clodio aula 5 G.U.P. 1° piano, per la sua difesa dovrà sborsare 8.000 euro e rischia da 2 a 6 anni di carcere.
Non è finita qui!
Per essere forse troppo onesto, la Croce Rossa ha pensato bene di farlo giudicare anche dal Comando Generale Esercito (CONFOTER) il quale, per mezzo dell’Ufficiale Inquirente, lo convoca presso la Caserma Pasquali a L’Aquila dove gli viene notificato l’apertura di un doppio procedimento Disciplinare di Stato che lo vede indagato per Diserzione e perchè ha rivelato, secondo loro, segreti militari.
Vincenzo Lo Zito ha deciso comunque di non fermarsi, di continuare a lottare nonostante le grosse difficoltà finanziarie a cui è costretto.
Effettivamente per un cittadino con una famiglia sulle spalle, per un cittadino comune che vive di uno stipendio semplice, basta poco per indurlo a tacere: basta chiedergli di difendersi da fantomatiche accuse, cercarsi avvocati..
Per questo motivo e per evitare che venga chiusa la bocca a questo onesto cittadino e servitore dello stato che sta facendo i nostri interessi, è stato organizzato un Fondo di Solidarietà e chi vuole può contribuire effettuando una donazione seguendo le istruzioni qui riportate:

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Difendiamo il nostro futuro.


Helene Benedetti

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