Pacchetto clima – energia 2030: accordo raggiunto poco ambizioso e fallimentare

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Il Consiglio europeo ha definito gli obiettivi della nuova politica energetica comunitaria: 27% sulle rinnovabili, 27% sull'efficienza energetica e -40% sulla CO2. Unico obiettivo vincolante sul piano nazionale è quello sulla CO2, invece i target su rinnovabili ed efficienza sono validi solamente sul piano comunitario, fattore che li rende ancora meno influenti. L'accordo, sul quale l'ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento)aveva lanciato a febbraio la campagna 'TARGET EUROPEO 2030 - SOSTENIAMO L’EOLICO IN EUROPA!', chiedendo più coraggio rispetto ai target proposti dalla Commissione europea, è stato raggiunto venerdì scorso a tarda notte esta collezionando malumori un po' ovunque, dal Coordinamento Free (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), che lo ha definito un accordo pessimo, perfino inferiore alle più pessimistiche previsioni, ad Aicarr (Associazione italiana condizionamento dell'aria riscaldamento e refrigerazione), che dichiara: “ostacola il nuovo modello energetico, in un quadro normativo confuso e contraddittorio come quello italiano, di fatto ostacolano e rallentano la transizione verso un nuovo modello energetico”.
Purtroppo però, le istanze dell’ANEV e della maggior parte del mondo rinnovabili avanzate a gran voce, non sono state ascoltate e sono stati mantenuti il target del 27% per le rinnovabili, ma vincolante solo a livello comunitario e non per i singoli Stati membri e il taglio delle emissioni al 40%. “La presidenza italiana al semestre europeo non è stata in grado di determinare un cambio di passo rispetto alla proposta di sostegno alle rinnovabili, poco incisiva, delle istituzioni europee, nonostante i benefici economici, occupazionali e ambientali che le rinnovabili e l’eolico in particolare hanno portato al Paese. Nello specifico il settore eolico conta oggi 34 mila occupati in Italia, con un potenziale di crescita pari a oltre 67 mila posti di lavoro al 2020, distribuiti principalmente nelle regioni del Meridione dove il tasso di disoccupazione è più alto e c’è maggiore necessità di creare lavoro. Senza contare il contributo alrilancio dell’economia e dell’industria italiana che il giusto supporto al settore potrebbe dare e all’indipendenza energetica del Paese, sempre sottoposto a crisi geopolitiche come quella Ucraina”, scrive l'ANEV, spiegando che in assenza di target obbligatori a livello nazionaletutto questo sarà compromesso e si metterà a rischio l'intero comparto industriale, già falcidiato dal fallimentare sistema delle aste e dei registri e da delibere penalizzanti come quelle sugli sbilanciamenti, su cui l'ANEV ha già espresso le proprie preoccupazioni.
Di queste tematiche e del futuro del settore eolico di parlerà alla Fiera di Rimini, in occasione diEcomondo – KeyWind, il 6 novembre al convegno ANEV 'Il ruolo dell’eolico al 2030' (Sala Diotallevi 1– Hall sud), alla presenza di importanti autorità istituzionali che faranno il punto e daranno aggiornamenti sulle prossime politiche nazionali in materia di rinnovabili.

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