Nella partita della vergogna una tribuna autorità con imbucati e "figli di": ma Napolitano jr perché non paga?

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Nei giorni di Pasqua il cancelliere tedesco Angela Merkel è venuta per una breve vacanza in Italia. Ha voluto visitare gli scavi di Pompei e giunta all’ingresso ha messo mano al portafogli, il suo non quello dei tedeschi, e ha pagato il biglietto per sé e per gli uomini della scorta. Ieri sera, stadio Olimpico di Roma, finale della Tim Cup Fiorentina-Napoli, Giulio Napolitano si infila all’ingresso della tribuna autorità. Avete letto bene, Giulio. Non Giorgio. Giorgio è il padre, presidente della Repubblica. Giulio no. Non sappiamo quale autorità sia. Ma solo in Italia se sei “figlio di” sei un’autorità. Giulio, ex fidanzato di Marianna Madia, è un professore universitario, uno dei massimi esperti di diritto amministrativo. Ma non è per questa una carica che gli dovrebbe consentire di non pagare il biglietto per assistere alla finale di Coppa Italia. Non dovrebbe, in Italia si può. Le tribune autorità e d’onore sono uno status duro a morire come l’auto blu. Bisogna esserci altrimenti non sei nessuno. Ieri sera funzionava così. L’auto di servizio ti poteva portare fin dentro lo stadio, oppure nelle immediate adiacenze. Se eri un povero cristo dovevi cominciare a fartela a piedi già dal lungotevere delle Armi, ovvero un chilometro e mezzo prima. Giunto allo stadio, all’ingresso delle tribune c’erano il presidente del Coni, Giovanni Malagò, quello della Federcalcio, Giancarlo Abete, e quello della Lega Serie A, Maurizio Beretta, ad accoglierti. Poi accedevi a una grande sala vip dove ti veniva servito a volontà e gratis, acqua, succhi di frutta, coca cola, vino, prosecco. Altri buffet offrivano spuntini, cene fredde e leggere. Tutt’intorno imbucati, varia umanità. Tipo Rosi Bindi, presidente della commissione Antimafia e tifosa sfegatata della Fiorentina. Qualcuno mi può spiegare perché, da buona tifosa, non può pagarsi il biglietto dello stadio. Poi umanità varia, dalle istituzioni, come il presidente del Senato Pietro Grasso, al presidente del Consiglio ed ex sindaco di Firenze Matteo Renzi, con suo ex vice nel capoluogo toscano, e ora reggente, Nardella e il sindaco di Napoli De Magistris. Fra le personalità della politica in tribuna Monte Mario, i senatori Cicchitto e Matteoli, e il sottosegretario Gioacchino Alfano. Con loro anche il senatore Orellana ex del M5S e la candidata del Pd alle europee e fresca di polemiche sulla spesa con 80 euro Pina Picierno. Potevano mancare i boiardi di Stato e non, tutti "aggratris"? In tribuna vip hanno trovato posto anche il nuovo presidente della Telecom Recchi e l'ad di Tim Patuano, l'ad di Sky Zappia, il presidente della Bnl Luigi Abete, quello della Corte dei conti Squitieri e il signore delle tasse Befera, il vice comandante della gdf Bardi. Ah, c'era anche l'ambasciatore del Kuwait. Caravan petrol, canterebbe Carosone...

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