"QUANTO ERA BELLA LA CROCE ROSSA..." E PARTONO LE ESPULSIONI

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Al Marten

Al comitato provinciale della Croce Rossa di Catania sale la tensione.
Quelle foto che hanno fatto il giro delle redazioni giornalistiche, con macchine a targa CRI immortalate in spericolate contravvenzioni al codice della strada, non erano altro che la punta di un iceberg che celava malumori crescenti su una gestione che sembra possa aver affiancato allo spirito volontaristico dell'organizzazione una spinta affaristica di notevole interesse. Ne abbiamo già parlato.
L'accusa si affianca anche alla singolarità di una organizzazione di solidarietà presieduta da Stefano Principato che risulta contemporaneamente anche presidente del consiglio comunale di Fiumefreddo e quindi politicamente impegnato in area centro destra, con ciò rendendo del tutto concreto il sospetto che la Croce Rossa possa in qualche modo rischiare la propria imparzialità se non addirittura essere strumentalizzata per finalità non propriamente mutualistiche.
Abbiamo anche tentato di ottenere delle risposte dalla viva voce dell'interessato, che però ha preferito minacciare di "discuterne in altra sede" piuttosto che approfittare dell'opportunità di chiarire pubblicamente come stavano le cose.
Attendiamo di capire in quale sede si chiarirà.
Intanto, la pubblicazione di quelle foto pare sia stata intesa dai vertici provinciali della Croce Rossa come un'operazione denigratoria, realizzata attraverso l'utilizzo di un nome falso a firma della lettera inviata alle redazioni.
In realtà, proprio la denuncia giornalistica aveva consentito l'avvio di un dibattito svoltosi su Facebook tra molti volontari della Croce Rossa che chiedevano spiegazioni su quanto denunciato, ed anzi allargavano la richiesta di trasparenza anche ad altre vicende.
La principale attiene proprio la "convenzione" che la Croce Rossa di Principato è riuscita ad ottenere per la gestione dell'emergenza sanitaria all'interno del CARA di Mineo e che produce mensilmente un introito di ben 140.000 per le casse dell'organizzazione umanitaria, mantenendo a quantO pare il mistero su che fine facciano questi soldi considerato che l'opera dovrebbe essere svolta da volontari, sulla gestione dei turni e della scelta del personale addetto, etc.
La risposta del bi-presidente Principato a queste più che legittime domande è stata durissima e, pare, senza precedenti: lettere di sospensione e proposte di radiazione per chi aveva avanzato tali richieste di spiegazioni!
Un colpo di scena ha però complicato le intenzioni "sanzionatorie" di Principato: pare si sia presentato con il proprio avvocato il signor Piccione, cioè colui che ha inviato la lettera di segnalzione alle redazioni giornalistiche, con ciò facendo decadere le improbabili responsabilità dei volontari imputati dal presidente.
Le reazioni dei volontari, a quanto pare ingiustamente accusati dal presidente provinciale, sono state diverse: alcuni hanno presentato le loro memorie a norma di regolamento interno, una invece, volontaria storica della Croce Rossa catanese non ha inteso accettare supinamente l'umiliazione di un simile oltraggio e, dopo trent'anni d'impegno in ogni parte d'Italia, ha deciso di dimettersi.
E' Anna Dolei, teologa, insegnante di religione, già commissario della sezione femminile della Croce Rossa catanese.
La prof. Dolei, del cui impegno si è occupato anche Panorama con Pietrangelo Buttafuoco, non ci sta a subire minacce di sospensione e decide di anticipare le mosse di chi vorrebbe intimidirla, scegliendo un gesto eclatante quanto clamoroso: le dimissioni da quella Croce Rossa in cui milita da oltre 30 anni con tanto di benemerenze ed incarichi prestigiosi.
La partita per la gestione della Croce Rossa e dei suoi affari resta aperta e non pare destinata a chiudersi nel silenzio interno cui qualcuno vorrebbe confinarla a protezione di un "impegno" che vale...milioni.

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