L'esempio di una Valle

Di Denis Ferro
M5S Paderno Dugnano


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Oggi non voglio elencarvi le 150 ragioni per NON fare il TAV, e non voglio esprimere giudizi sul "pecorella" detto al carabiniere e il dibattito che ne è seguito, non mi interessa analizzare il perchè i carabinieri in Val di Susa entrano nei bar buttando giù le vetrate: di queste e di tante altre cose potete trovare qualsiasi tipo di informazione e di dati, esposti sicuramente meglio di quanto potrei fare io.
Oggi voglio provare a trasmettervi quello che la Val di Susa ed i No Tav ti lasciano nel cuore: mi piacerebbe trasmettere a chi di voi non ci è mai andato cosa si prova a stare due giorni con loro. Se riuscirò con queste righe a trasmettervi anche solo una minima parte di quello che sento dentro, molti di voi sentiranno il bisogno e il dovere di andarci.

Quando da Torino prendi la statale per la val Susa, a mano a mano che ti avvicini ti rendi conto che il navigatore non ti serve più. Per farti capire che sei sulla strada giusta bastano le bandiere: su ogni palo della luce dei vari comuni c'è ne una, se fai attenzione puoi notare dalla loro usura in quali paesi sono state issate per prime. Le altre volte che ero andato in valle avevo preso l'autostrada e non avevo potuto percepire il loro graduale aumento: ero passato da zero, a bandiere ovunque.
Arrivato a Bussoleno finalmente mi sono ritrovato in quella moltitudine di persone a cui mi ero abituato quest'estate, che variano dall'anziana signora valligiana al ragazzo con i dred sulla testa, dalle famiglie con i figli alle bande musicali, ovviamente, inutile dirlo, "qualche" attivista del moVimento 5* lo trovi sempre... alcune differenze rispetto a quest'estate c'erano.
La prima, il luogo d'incontro: purtroppo non più i boschi attorno al museo archeologico ma la piazza del mercato di Bussoleno.
La seconda, una presenza incredibile di giornalisti ed i relativi furgoni con le parabole satellitari per la diretta. Mi chiedo: ma dove erano fino ad oggi?!
Dal megafono vengono comunicate come di consueto le iniziative della giornata, un corteo per le strade di Bussoleno, e un altro che con le macchine si sposterà ad Avigliana con ritrovo in serata di nuovo alla piazza di Bussoleno.
La sera sulle strade del paese famiglie con bambini passeggiano per in mezzo a gruppi di ragazzi seduti fuori dai bar o dalle pizzerie, chi per terra e chi sui muretti, qualcuno suona, i cani passano da un gruppo all'altro per prendersi gli avanzi di un panino o di un pezzo di carne, tante persone sparse tra la piazza del mercato e le vie limitrofe, volti per me nuovi ed altri visti e rivisti di persona o in TV, come il ragazzo disabile che dopo la caduta di Luca Abbà implorava i poliziotti di far arrivare l'ambulanza, oppure il ragazzo che sempre in baita con la voce rotta dal pianto parlava alle forze dell'ordine dicendogli "io non ci credo che voi siete contenti di fare questo lavoro sarebbe una delusione troppo grande" (http://www.youtube.com/watch?v=N7z82WeGPEM), molti di loro sono stanchi, ma in nessuno dei loro sguardi puoi trovare rassegnazione.

Noi del M5* avevamo fatto un gruppetto tra quelli di Milano, di Paderno Dugnano e quelli del Piemonte e mentre ce ne stavamo a parlare di Tav, di fiato sul collo, di bilanci, e dei mille problemi comuni che abbiamo, si avvicinano due ragazzi di Trieste per chiederci informazioni, era la prima volta che venivano in valle: dopo 2 minuti sia noi che loro capiamo che c'è qualcosa in comune fra noi e scopriamo che anche loro sono del moVimento 5 stelle: io già il 25/06/11 avevo capito che nella valle c'era qualcosa di speciale ed incontrare due attivisti di Trieste in quel modo ne è stata l'ennesima conferma.

Il giorno dopo finalmente nei prati di Giaglione ho ritrovato la Val Susa di quest'estate, migliaia di persone sparse fra i prati e i boschi, i banchetti coi libri, maglie e bandiere No Tav, strumenti musicali ovunque, gente che ballava e che cantava, bambini che giocavano coi cani: io cani così affettuosi e liberi di scorrazzare ovunque li ho visti solo in Val di Susa, e più della metà di loro invece del collare aveva la bandana No Tav legata al petto. I pentoloni di polenta sul fuoco, le donne della valle con le loro torte, ragazzi che giocavano a calcio, tutti mischiati, nessun preconcetto.

Finita la polenta sul palco salgono alcuni dei No Tav più "famosi" (fra i valsusini la parola "leader" non è molto usata, anche per loro è più adatta quella di portavoce) per ultimo parla Perino, che ricorda a Monti e a tutti i Politici che i valsusini non si arrenderanno mai e che oggi è una giornata di festa.
Il corteo parte verso la Clarea e le recinzioni del cantiere. Il sentiero è stretto: ci stanno dalle 4 alle 6 persone per fila più o meno, e in un attimo ti ritrovi in un lungo serpentone che si snoda per una strada sterrata di montagna. Sentirti una cosa sola con tutti diventa naturale, mentre cammini ti accompagnano i cori sentiti e risentiti in rete, ora anche in TV, ma che a cantarli dal vivo ti rendono allegro ad ogni passo,.... "giù le mani dalla Val Susa".... "la valle non vi vuole andatevene via"...... ed il mio preferito

"la Val Susa paura non ne ha", perchè vedete secondo me uno dei nodi cruciali di questa storia che si comprende bene solo andando in valle, è che le minacce di tolleranza zero verso azioni illegali compresi i blocchi autostradali, la presenza costante per due giorni degli elicotteri che ti sorvolano sopra la testa ad ogni spostamento di massa che i No Tav fanno, le barricate della polizia con il filo spinato, i poliziotti imbardati e minacciosi, a quelli della valle non fanno paura, nonostante 3 giorni prima erano stati inseguiti, gasati e manganellati (lasciamo perdere se a torto o a ragione), negli occhi delle persone vedevi tutte le emozioni, tranne la paura.

Io sono sicurissimo che molti di loro ne hanno, perchè aver paura di una camionetta con idrante o del gas CS (arma chimica vietata in guerra) o di 100 poliziotti che ti inseguono manganello alla mano è normale, ma le motivazioni dei No Tav sono talmente forti e le loro convinzioni talmente giuste, che la paura passa in secondo piano.
Ed è questo il maggior pericolo per i nostri politici: se anche il resto d'Italia impara che quando abbiamo una ragione OGGETTIVA dalla nostra parte, oltre ad indignarsi è lecito, anzi doveroso, incazzarsi. Se la vicenda della Val Susa dimostrasse che senza paura si può vincere anche avendo tutti contro, da sinistra a destra passando per il centro, allora per loro la situazione si complicherebbe pericolosamente.
E i migliori esempi di NON paura che io ho trovato nella valle non sono quelli di guerriglia, non sono i sassi che volano, ma sono Luca Abbà che si arrampica sul traliccio del suo terreno, sono le decine di persone sedute sull'autostrada con le mani sulla testa a far resistenza passiva, sono Turi che a piedi nudi aggira tutti i blocchi e le recinzioni del cantiere e arrampicandosi sullo stesso traliccio di luca, dimostrando con un semplice gesto che la polizia con Luca non ha seguito la procedura prevista in questi casi.

Forse per bloccare il Tav ci vorrà del tempo, ma quel bambino che vedete in foto e che domenica sventolava la bandiera mentre l'elicottero faceva avanti e indietro sopra la sua testa, sta crescendo imparando che i propri diritti vanno difesi, e prima o poi sventolerà quella stessa bandiera salutando le ruspe che andranno via dalla valle.


La Val Susa Paura non ne ha.
A sarà dura
Denis

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