QUANDO TREMORTI DICEVA “L’EMERGENZA E’ FINITA

Tempo fa ero in un bar in attesa di un appuntamento e mi metto a leggere il giornale, ce ne erano diversi, prendo “Repubblica”, giornale schierato, dichiarato, ma di forte impatto di vendite e di opinione, e leggo il titolone di prima pagina: “Tremorti: l’emergenza è finita”. Beh, un’ottima notizia. L’occhiello, sopra il titolo, recita: “Il premier: entro la settimana sceglierò il responsabile dello Sviluppo. Obama:la situazione migliora. Draghi: “Seguiamo l’esempio tedesco”. Tre indicazioni positive, su scala nazionale e internazionale, politicamente ed economicamente. Il cosiddetto catenaccio sotto il titolone dice invece: “Intervista al ministro: ‘Patto con l’opposizione per ricostruire l’economia’”. Beh, penso, penserete, finalmente siamo a posto, non è vero?
Peccato che la data non sia quella di oggi, mentre succede quello che succede ai mercati, all’economia, alla credibilità, al Parlamento, ai rapporti tra maggioranza e opposizione, all’erede di Scajola, quello della “casa a sua insaputa” sostituito da un gentleman come Romani in un Consiglio dei Ministri che prevede all’agricoltura anche un Romano leggermente indagato, eccetera eccetera.
La data è quella di sabato 4 settembre 2010. Allora: in questi dieci mesi e mezzo che cosa è successo? Ci hanno preso per il culo? Nessuno sapeva niente? Tutti sapevano tutto? La politica alta, quella bassa e pure quella a mezza altezza? La stampa che fa da servitrice in livrea benché suddivisa secondo convenienza e appartenenza, metà di qua e metà di là (era “Repubblica”, non “Il Giornale”, era un’intervista di Massimo Giannini che ne è il vicedirettore anche se il background, l’implicito dell’intervista medesima era naturalmente “meglio Tremorti che il Bunghista”) ?
E noi italiani in mezzo, senza memoria per nulla. Noi che abbiamo un buco nella memoria e lo trasmettiamo alle generazioni che ci seguono e che quindi, avendo meno vita alle spalle e più vita davanti, partono più “poveri” in tutti i sensi? Noi che oggi, al contrario di quello che sosteneva tranquillamente Tremorti il 4 settembre scorso, quindi qualche tempo fa ma non nel secolo passato, noi che abbiamo oltre che un buco nero nella memoria anche un buco nella tasca, nel portafogli, nel tenore di vita, recessivo alla velocità del suono specie per le fasce più deboli?
Se non si riparte dalla responsabilità individuale, si predica bene e si razzola male o malissimo, siamo fottuti, e più di noi i nostri figli. E del resto nel piccolo anche alcuni commenti in questi spazi fanno rabbrividire. Non per le critiche, o la differenza di opinioni, per carità, anzi, se mi si dimostra che ho torto cambio. Ma per la mancanza di opinioni, per gli insulti da strada, per l’uso/abuso della cosiddetta “libertà di rete”: davvero il meglio di essa è poter offendere spesso anonimamente qualcuno? Davvero nessuno fa il giochetto di cambiare di ruolo e provare a immaginare che cosa penserebbe se gli insulti senza contenuto fossero rivolti a lui?
MA CHE DU PALLE!!!!!!!!

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