QUANDO LA DEMOCRAZIA FU SOTTOMESSA AL DEBITO

In questo periodo in cui non si fa altro che parlare di debito, interessi sul debito, manovre finanziarie, agenzie di rating, Bce, Fmi ed una serie interminabile di nomi e sigle semi sconosciute ai più, è fondamentale farsi un'idea di cosa sta accadendo ai nostri soldi e alle nostre vite. Questo documentario spiega approfonditamente ed in maniera chiara, la truffa nella quale siamo finiti. Il doc dimostra, inoltre, come in alcuni paesi sia stato possibile rifiutare di pagare il debito in quanto ritenuto illegittimo ed incostituzionale.
Terminato il documentario, il naturale passaggio successivo pare essere quello di consultare il manuale per una liberazione non violenta.
Qui di seguito la descrizione del documentario tratta dal canale You Tube "LibertàNegata"
Per la prima volta in Grecia, paese sull'orlo di una crisi economica forse irreversibile,due registi (Katerina Kitidi e Marte Hadjistefanou) indagono tra la gente comune, i contestatori e specialmente tra economisti "non allineati" quali siano le vere cause della crisi del debito e come proporre soluzioni che sono nascoste dal governo e dai media mainstream. Il documentario è stato distribuito gratuitamente da aprile 2011, senza diritti di utilizzo e trasmesso e sottotitolato in diverse lingue. Economisti, giornalisti e celebrità da tutto il mondo descrivono le fasi che hanno portato la Grecia ad avere un così elevato rapporto debito pubblico/PIL ed un deficit di bilancio pubblico del 13% annuo. In Debtocracy vengono intervistati accademici come David Harvey, Samir Amin, Kostas Lapavitsas e Gerard Ntimenil, il filosofo Alain Badiou, il capo del comitato per il controllo del debito pubblico ecuadoriano Hugo Arias,il presidente del CADTM Eric Toussaint, il regista argentino Fernando Solanas, giornalisti come Avi Lewis (sceneggiatore / regista del documentario The Take -- Il sequestro) e Jean Katrmer (Liberazione). Ed anche celebrità come Glezos Manolis e il vice presidente del partito tedesco Die Linke Zara Vagkenknecht. I creatori di Debtocracy hanno lavorato disinteressatamente. Per evitare eventuali dipendenze si sono rivolti a sindacati e associazioni di categoria. Principalmente, però, hanno fatto appello ai cittadini che sono così diventati co-produttori.

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