Mentre i Comuni piangono miseria, a Monteveglio si guarda il proprio patrimonio andare in rovina

untitled.bmpUn edificio storico prima messo in vendita dal Comune di Monteveglio, sull'Appennino bolognese, ad una base d'asta di 400mila euro. E poi, mentre nessuno faceva offerte, lasciato andare in malora. Finché la stessa amministrazione comunale non si è sentita costretta ad abbattere quello che da immobile di pregio si era rapidamente trasformato per colpa dell'incuria in un rudere. Con grande perdita delle casse pubbliche, oltre che con il mancato rispetto della legge: che prevederebbe la possibilità di abbattere immobili di quel genere solo allo scopo di ricostruirli fedelmente e con gli stessi materiali dell'originale. È la paradossale vicenda che denunciamo in un'interrogazione a risposta scritta alla Giunta regionale.
Un'ordinanza del Comune di Monteveglio (n° Prot. n. 10135 del 23/12/2010) prevede infatti la demolizione dell'immobile di proprietà comunale in località Montebudello. Alcuni cittadini ne segnalano l'avvenuta demolizione, ma lo stabile - ex sede religiosa utilizzata recentemente anche come asilo -, era classificato, nel vigente Regolamento Urbanistico Edilizio comunale, come "Edificio di interesse tipologico ambientale" in virtù della storicità dell'insediamento, e già censito nel catasto gregoriano. Il punto è, quindi, che se demolito doveva essere ricostruito identico. Mentre al momento non ci risulta che siano partiti lavori di ripristino. Per caso, invece, l'Amministrazione comunale, nel rispetto dell'articolo 23 della parte seconda del vigente RUE, ha previsto la fedele ricostruzione dell'edificio...(e noi non ne siamo al corrente)?!
Se poi, in attesa della fallita vendita all'asta, il Comune aveva intenzione di far andare in malora lo stabile, tanto valeva alienarlo, per evitare una mancata entrata nelle casse comunali. L'edificio era stato in un primo tempo inserito nel piano delle alienazioni dell'amministrazione e posto all'asta con avviso pubblico (prot. 376 del 17/04/07) per un valore a base d'asta di 400mila euro. E successivamente con avviso pubblico (prot. 6554 del 3/7/07) per un valore a base d'asta di 320mila euro il 30 luglio 2007. Ma il bene non è stato venduto, malgrado l'abbassamento di prezzo e con una grossa perdita del Comune. Che nel frattempo lasciava cadere l'edificio in pezzi. Gli interventi previsti per questo immobile di valore storico, poi, dal RUE consistevano nel 'risanamento e ripristino conservativo'. Invece, all'atto della demolizione l'edificio, così come si evince dall'ordinanza, risultava ancora di proprietà comunale: un evidente fallimento delle pratiche di alienazione. E così, mentre i Comuni piangono miseria c'è chi sta a guardare il proprio patrimonio andare in malora...!
LEGGI IL TESTO INTEGRALE DELLA NOSTRA INTERROGAZIONE:
ogg_XXX_interrogazione_Montebudello_rev 1.doc

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