Fukushima: quel reattore nucleare che si è fuso nel silenzio dei mass media

Fukushima: quel reattore nucleare che si è fuso nel silenzio dei mass media di Antonio Rispoli
FUKUSHIMA (GIAPPONE) -
C'è una notizia, di qualche giorno fa, che è passata sotto silenzio. La Tepco ha annunciato che hanno difficoltà a raffreddare il reattore numero 1, perchè "l'acqua è più bassa di almeno 5 metri rispetto alle barre di combustione". Comunque hanno assicurato che l'acqua rimasta mantiene una temperatura esterna di 100-120 gradi, che è perfettamente sopportabile dalla superfice esterna del reattore.
Allora tutto a posto? No, niente affatto. Anzi, è un disastro. Infatti l'annuncio, anche se dato in termini di tranquillità, nasconde una insidia. Infatti pochi sanno che la lunghezza delle barre di combustibile nucleare, come descrivono i manuali tecnici, è tra i 4 e i 5 metri. Normalmente, quando una centrale nucleare funziona regolarmente, le barre sono completamente immerse nell'acqua. Questa svolge due effetti: raffredda le barre, che sviluppando reazioni nucleari hanno una temperatura di diverse centinaia di gradi; inoltre il vapore che il calore crea viene utilizzato per far girare delle turbine che producono elettricità.
Ma se l'acqua è 5 metri sotto le barre di combustibile nucleare, vuol dire che queste ultime sono rimaste completamente fuori dall'acqua. E senza raffreddamento la loro temperatura aumenta vertiginosamente, fino a sciogliere il loro involucro, che è fatto di zirconio, un materiale che resiste fino a 800 gradi di temperatura. Quindi, sul fondo del reattore 1 ora c'è una massa di uranio e zirconio fusi (chiamata "corio"), ad una temperatura intorno ai 2000 gradi centigradi, che non può essere raffreddata dalla sola acqua. Quando la Tepco ha parlato di "una perdita di acqua sul fondo del reattore", probabilmente non ha detto la verità. La situazione più probabile (ma mancano le immagini per esserne sicuri) è che il corio abbia ormai bucato in qualche punto i 20 centimetri di spessore del fondo del reattore. Se è così, rischiamo di trovarci di fronte a breve ad una situazione che non si era verificata neanche a Chernobyl: una massa estremamente radioattiva, esposta all'aria e a contatto diretto col terreno. Se questo accadesse, le conseguenze in termini di contaminazione radioattiva non sarebbero prevedibili e sarebbero ben difficilmente imbrigliabili.
Intanto una buona notizia per quanto riguarda la centrale di Hamaoka, della quale nei giorni scorsi il premier Naoto Kan aveva chiesto la chiusura. Dopo un primo tentativo di sottrarsi, dicendo che ci vogliono due anni per spegnere i reattori, la società Chubu Electrci Co che gestisce l'impianto ha chiuso i reattori 1 e 2, oggi spegnerà il 4 e domani il 5. Poi inizieranno le operazioni di smantellamento dell'impianto in condizioni di sicurezza. 
 
 

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