Elezioni amministrative, un po' di luce sull'Italia virtuosa

Angelo Vassallo
Angelo Vassallo, Sindaco virtuoso di Pollica ucciso in un agguato nella notte fra il 5 e il 6 settembre 2010
Fra domenica e lunedì si è votato in 10 province e ben 1274 comuni d'Italia, grandi e piccoli. Si va dal milione di abitanti di Milano e Napoli, ai 37 di Morterone, in provincia di Lecco, il comune più piccolo d'Italia per popolazione, in cui peraltro si è fatto registrare il record di affluenza: 100 per cento, con tutti e 31 gli aventi diritto che si sono recati alle urne.
Lasciando stare le curiosità, questa premessa vuole ricordare che al di là dei grandi centri, dove si esibisce in passarella la politica nazionale, esistono centinaia di realtà minori su cui i riflettori restano - per forza di cose - spenti. Quello che cercheremo di fare è pescare in questo mare magnum alcuni esempi virtuosi, delle istanze di cambiamento reale, anche in nuce, che possano essere d'ispirazione ad altri.
Partiamo da Pollica, il comune in provincia di Salerno in cui nella notte fra il 5 e il 6 settembre 2010 veniva ucciso il sindaco Angelo Vassallo. Ex-pescatore, 57 anni, Vassallo era stato ucciso a colpi di pistola perché si era fatto portavoce di una politica all'insegna del rispetto del territorio e della legalità. Pollica era in breve diventato un paese pulito, sostenibile, slow food, ma la lotta all'evasione fiscale ed alla speculazione edilizia aveva creato al sindaco non pochi nemici. Così fu fatto fuori.
Scriveva Andrea Bertaglio in un bell'articolo del 15 settembre 2010 per questo giornale: "idee come quelle del Sindaco di Pollica sono ormai penetrate profondamente nella popolazione, e l’impegno che ha caratterizzato la vita e l’attività amministrativa di Angelo Vassallo troverà presto nuovo impulso e nuove persone in grado di portarle avanti. Sia a Pollica che nel resto d’Italia."
In effetti è andata così. Due giorni fa è stato eletto sindaco Stefano Pisani, ex vice di Vassallo e da sempre in accordo con la sua politica. Pisani si è recato al cimitero prima dell'apertura dei seggi, e all'annuncio della vittoria, con il 60 per cento dei voti, ha dichiarato di voler proseguire sulla strada intrapresa dal suo sfortunato predecessore.
Restiamo in Campania, ma spostiamoci dalle parti di Caserta. Altro messaggio importante arriva da Carmigliano, il comune che Maroni decise di sciogliere - per l'appunto sempre il 5 settembre 2010 - perché la sua raccolta differenziata funzionava troppo bene. Sotto la guida del sindaco Vincenzo Cenname si erano raggiunti livelli record di differenziazione dei rifiuti, che supera il 70 per cento.
A Maroni non era andato giù che il sindaco si fosse opposto alla gestione provinciale dei rifiuti da parte del consorzio Napoli-Caserta - che implicava clientelismo, sprechi e nuove tasse - e avesse voluto mantenerla a livello comunale. Così l'aveva destituito. Ma un vero e proprio plebiscito, il 77 per cento dei voti, lo ha riposizionato saldamente al suo posto di guida cittadina.
Sono tutti esempi di una politica che trova le proprie radici nella partecipazione attiva dei cittadini alla società, che si muove al di fuori dei territori illuminati dai media e forse per questo è più libera di produrre vere istanze di cambiamento. La sfida del futuro sarà estendere questo modus operandi nei terreni della politica nazionale.
Qualcosa di simile, per intenderci, a quello che sta facendo il Movimento 5 Stelle, che con l'inserimento di suoi candidati all'interno dei Comuni maggiori - e un domani chissà in parlamento - si sta giocando la propria scommessa maggiore. Per ora i risultati sembrano confortanti, soprattutto in alcune zone, in cui il Movimento ha accresciuto rapidamente i propri consensi.
È il caso dell'Emilia Romagna. A Bologna Massimo Bugani, ex fotografo, ha sfiorato il 10 per cento, a Rimini il candidato Luigi Camporesi ha superato l'11, a Cesena Alberto Papperini ha raggoiunto addirittura il 14,2.
Insomma, che si tratti di comuni grandi o piccoli il segreto sembra riposare in quel legame col territorio che spinge ad intraprendere battaglie concrete, ad uscire dal meccanismo della delega e farsi non più portavoce ma, in primis, cittadini attivi.
A.D.

Commenti