Inceneritori o termovalorizzatori?


Siamo seri, per carità. I termovalorizzatori non esistono, parlando di rifiuti. Esistono calcoli, studi, documenti, che attestano che bruciando un rifiuto, in realtà abbiamo consumato più energia di quanta ne ricaviamo dalla combustione, contando gli innumerevoli processi di lavorazione dei singoli “prodotti” immessi nei forni. Quindi, per quale motivo dobbiamo incenerire ciò che costruiamo con tanta fatica?
E’ tempo di mettere da parte la falsa politica di parole fini solo al proprio portafoglio e narcisismo, e cominciare a capire che il futuro è fatto di ricerca: di nuovi materiali da poter riutilizzare, mentre ci impegniamo a dividere gli “scarti di lavorazione” che oggi chiamiamo rifiuti, ma che sono già in quasi tutti i casi, nuova “materia prima”  per nuove lavorazioni e nuovi prodotti, senza distruggere (trasformare) nulla. Sì perchè a incenerire, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Per ogni tonnellata di rifiuti, ci vuole un’altra tonnellata di materiali (acqua e calce, bicarbonato, etc…) per favorirne la combustione.
Per ogni tonnellata di rifiuti, restano 300Kg di ceneri, considerate tra i rifiuti più tossici in circolazione, da destinare a “discariche speciali” (o magari nella rotonda sotto casa vostra).
Mancano 1.700kg all’appello. Su una tonnellata, restano comunque rifiuti per il 30% del totale, quando ci sono comuni che hanno superato l’80%… risparmiando sulla tassa rifiuti, creando lavoro, senza bruciare 2 tonnellate di “materia” e quindi guadagnando in qualità di vita
Tutto si trasforma. La maggior parte dei 1.700Kg diventa vapore acqueo. Il resto?
Lo avete visto nel video
Lo mangiamo. Lo respiriamo.
Una soluzione c’è: 5R
- Riciclo
- Recupero
- Riduzione
- Riutilizzo
- RICERCA
Un ringraziamento ai medici ISDE e alla D.ssa Gentilini per il lavoro che svolgono con sacrificio e umiltà
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