Mafia e Politica: la lista degli impresentabili

La Commissione Antimafia, guidata dall’ex ministro dell’interno Giuseppe Pisanu, ha presentato i risultati dell’inchiesta sull’intreccio tra mafia e politica nelle ultime elezioni amministrative. La commissione ha analizzato le candidature ravvisando che 11 candidati eletti e 32 non eletti sono persone condannate in via definitiva, o che hanno in corso processi per reati legati alla criminalità organizzata. In totale il codice di autoregolamentazione della commissione antimafia è stato violato 45 volte ma, come sostiene il senatore Giuseppe Lumia (Pd), non è che la punta di un iceberg: «È bastato poco alla commissione antimafia per evidenziare il rapporto mafia politica alle ultime amministrative regionali. Sono stati rilevati 45 casi palesi, ma i numeri potevano essere maggiori se tutte le prefetture avessero collaborato apertamente. Alcune di esse, come la prefettura di Milano, si sono trincerate dietro la privacy e non hanno fornito i dati. A questo punto bisogna capire se dietro tale scelta scellerata ci sia stata qualche indicazione del ministero dell’interno e del governo, dato che ben 22 prefetture hanno utilizzato questo escamotage»
Lo stesso Pisano commenta così i risultati dell’inchiesta:«come si sono inabissate le cosche si sono inabissate anche le loro relazioni con i mondi della politica e degli affari»[...] «In questi abissi non certo inesplorabili possiamo e dobbiamo entrare se davvero vogliamo colpire in profondità il crimine organizzato».
Le violazioni riguardano trasversalmente tutti i partiti politici e in egual misura, ma presentano
differenze territoriali. Casi di collusione tra politica e mafia si sono registrati maggiormente nelle regioni meridionali con “prevalenza assoluta della Puglia, della Campania e della Calabria”. Ma anche in questo caso il dato potrebbe essere falsato dal rifiuto di alcune procure di fornire i dati.
Ecco i dettagli della lista degli impresentabili
Ventinove i candidati che hanno fatto la campagna elettorale con un condanna per estorsione in tasca; tre per usura; quattro per associazione di stampo mafioso; molti sorvegliati speciali e un condannato per riciclaggio. Per quanto riguarda le regioni (a Bari c’è una candidata condannata per concorso in usura), svettano Puglia (10), Campania (9), Calabria (8) e Sicilia (8), il Lazio (5), la Basilicata (3), l’Abruzzo (2). Quasi tutti i partiti sono coinvolti: Pdl (2), Pd (2), Mpa (2), Api (1), La Destra (1), Rifondazione-Sinistra europea (1), socialisti uniti-Psi (1), Udc (2). La Lega non c’è ma è pure vero che molte prefetture del nord si sono trincerate dietro la difesa della privacy.
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