Implementare la produzione agricola senza ricorrere all’ingegneria genetica e riducendo l’impiego di sostanze chimiche di sintesi e il consumo di acqua. Sono questi gli obiettivi del sistema di produzione per l’intensificazione del riso (SRI) messo a punto dal Professor Norman Uphoff, docente della Cornell University, che vorrebbe dare una risposta alla crisi alimentare globale.
di Daniela Sciarra
Meno acqua, meno fertilizzanti, meno sostanze chimiche di sintesi: questi i presupposti del Sistema per l’intensificazione del riso dmesso a punto da Norman Uphoff
Produrre riso, alimento base per le popolazioni di molti Paesi in via di sviluppo, con un minor consumo d’acqua, meno fertilizzanti e sostanze chimiche di sintesi, è il presupposto del metodo di coltivazione chiamato 'Sistema per l’intensificazione del riso (RSI)' e messo a punto dal professore Norman T. Uphoff, docente della Cornell University, che si è posto il problema di come risolvere la crisi alimentare globale, senza ricorrere all’ingegneria genetica.
Senza chiamare in causa le motivazioni geopolitiche di quella che viene chiamata 'crisi alimentare globale' o 'fame nel mondo', questo metodo punta comunque più sulla qualità della pianta che sulla quantità, partendo dal presupposto che una pianta che ha più spazio per crescere produce di più di due piante che crescono nello stesso spazio.
Il Professor Norman Uphoff, docente della Cornell University, vorrebbe provare a risolvere la crisi alimentare globale
Tuttavia, fino a quando non ci saranno delle risposte sull’efficacia del metodo su larga scala, il confronto tra favorevoli e contrari al metodo resterà sempre molto acceso. Intanto, il WWF e l’Istituto mondiale per la ricerca in agricoltura (ICRISAT) sottolineano che questo metodo evidenzia come gli agricoltori possono ottenere di più con meno, andando contro quello che gli esperti hanno detto per anni.
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