Miglior paese dove avviare un'impresa? La Danimarca. L'Italia è nella top ten, ma dei paesi dove costa di più

di Elysa FazzinoQual è il miglior paese del mondo dove avviare un'impresa? A scommettere che non è l'Italia si vince di sicuro. Al primo posto c'è la Danimarca, al secondo il Canada e al terzo gli Stati Uniti, stando alla classifica stilata dalla Small Business Administration (Sba), un'agenzia indipendente del governo Usa. L'Italia figura solo al 27° posto nella lista dei paesi che offrono un ambiente favorevole agli imprenditori. Il Belpaese è invece nella Top Ten dei paesi dove avviare un'impresa costa di più, secondo una classifica del Global Entrepreneurship Monitor. Cifre alla mano, iI Wall Street Journal fa rapporto sulla piccola impresa e inevitabilmente allunga la lista delle statistiche poco lusinghiere per l'Italia.
Il posto dove iniziare un'impresa costa di più è l'Olanda, quello dove ci sono più donne che lanciano un nuovo business è il Perù, quello dove la burocrazia richiede più tempo è il Suriname (una media di 694 giorni). I numeri, tratti da recenti indagini sull'imprenditoria, "mostrano un mondo che ferve di start-up", scrive sul Wsj Jeff May. "Dall'Irlanda all'Eritrea la gente cerca di navigare attraverso la terribile situazione economica con iniziative in proprio". Le inchieste mostrano anche che "molti paesi potrebbero fare molto di più per venire incontro agli imprenditori".
Per valutare qual è il miglior paese per iniziare un'attività imprenditoriale, la Sba ha preso in considerazione una serie di fattori, tra cui il tipo di impresa creata e l'atteggiamento nei confronti degli imprenditori. In 27° posizione, l'Italia è svariati posti dopo Gran Bretagna, Germania e Francia (rispettivamente al 14°, 16° e 18° posto), ma si può consolare perché viene subito prima della Spagna (al 28°). Nel drappello di testa, i paesi scandinavi (Svezia 4°, Norvegia 8°, Islanda 9°, Finlandia 13°) e anche l'Irlanda, al sesto posto. Ben piazzati Svizzera (7°), Olanda (10°) e Belgio (12°). Nuova Zelanda e Australia sono rispettivamente al 5° e 11° posto.
Hanno parecchio da migliorare soprattutto paesi emergenti come Cina, Russia, Brasile e India, secondo Zoltan Acs, economista e coautore dello studio della Sba sulla performance imprenditoriale nel mondo. La Cina figura soltanto al 40° posto.
La classifica del Global Entrepreneurship Monitor su quanto costa lanciare un'impresa tiene conto del venture capital raccolto, dei contributi di familiari, amici e investitori informali, oltre che dell'investimento personale dei proprietari. Ma ovviamente i numeri non raccontano tutta la storia, poiché il reddito medio e la concentrazione di ricchezza variano molto da paese a paese. Per i costi complessivi, l'Olanda viene al primo posto con una media di 302.766 dollari, al secondo c'è la Danimarca (considerata nell'altra classifica il paese migliore dove avviare un'impresa), al terzo il Belgio. L'Italia è all'ottavo posto, con 167.849 dollari, subito dopo gli Stati Uniti e subito prima della Francia.
I governi dei paesi in via di sviluppo, nota il Wsj, impongono costi elevati e lunghe procedure a chi tenta di avviare un'impresa. Nello Zimbabwe, gli imprenditori devono sborsare circa il 500% del reddito medio pro-capite in spese governative. Negli Usa è lo 0,7%. Sul fronte della burocrazia, nella Guinea Equatoriale l'aspirante imprenditore deve affrontare 20 procedure, in Canada e Nuova Zelanda una sola (statistiche della Banca Mondiale) . Il paese globalmente più facile dal punto di vista degli adempimenti burocratici è Singapore, il più difficile, la Repubblica centroafricana. Tra i dieci paesi più facili, figurano gli Usa (4°), la Gran Bretagna (5°) la Danimarca (6°) e l'Irlanda (7°).
Per quanto riguarda l'imprenditoria femminile, in generale ad avviare un'impresa sono più spesso gli uomini che le donne. Ci sono eccezioni: in Giappone, il 5,22% delle donne sono titolari di una piccola nuova impresa contro il 3,47% degli uomini; in Perù le donne superano gli uomini con il 26.06% contro il 25,74%; in Brasile sono la stessa percentuale, il 12,7%.
Ci sono differenze anche nel tipo di imprese lanciate. Nelle economie ricche si lanciano più spesso business di servizio al business. In Danimarca, per esempio, le società B2B rappresentano il 42% delle start-up. I paesi più poveri tendono a lanciare imprese orientate verso il consumatore: in Guatemala e nella Repubblica Dominicana, per esempio, più del 74% delle start-up sono focalizzate sul consumatore. In Italia, le start-up di servizio all'impresa sono il 16%, quelle orientate verso il consumatore sono il 50%.

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