GESTIONE della CROCE ROSSA .. INTERVENIRE CON FERMEZZA SULLE IRREGOLARITA'

Atto n. 4-04108

Pubblicato il 17 novembre 2010
Seduta n. 460


                                                                   LANNUTTI -


Ai Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della difesa. -
Premesso che:
la Croce rossa italiana (Cri) è una associazione di volontariato fondata nel 1864 che svolge la sua opera su tutto il territorio nazionale grazie agli oltre 150.000 volontari e soci attivi appartenenti all'organizzazione e oltre 5.000 dipendenti, ed è composta anche dagli ausiliari del Corpo militare, una componente centrale della Cri adibita al primo soccorso durante le emergenze;
la Cri è l'unica organizzazione del suo genere, almeno in Europa, che dipende politicamente ed economicamente dal Governo, il quale versa nelle casse dell'organizzazione oltre 160 milioni di euro l'anno (l'80 per cento del quale è destinato alle spese per il personale). La storia recente dice che la Croce rossa è stata commissariata quattro volte dal 1995 a oggi e ha vissuto 18 degli ultimi 25 anni in gestione straordinaria, con commissari nominati per cercare di sanare i deficit delle precedenti gestioni. L'ultimo commissario straordinario è il dottor Francesco Rocca;
da troppo tempo vengono denunciate irregolarità, poca trasparenza nella gestione dell'associazione, nonché una situazione di caos organizzativo con mancata corresponsione degli arretrati salariali ai dipendenti, assunzioni «facili» e senza concorso nel Corpo militare;
è sintomatico che già nel 2008, il "Corriere della Sera", in un articolo di Gian Antonio Stella del 27 settembre 2008, titolava: «Sprechi, dossier dello Stato alla Corte dei Conti. La Croce rossa raddoppia i Centri. Ma per sole nove pratiche all'anno. Dopo l'ispezione partita richiesta alla Difesa di bloccare «il contributo per l'incapacità di spesa dimostrata». Nell'articolo si fa riferimento ad un Rapporto firmato da Fabrizio Valenza dei Servizi ispettivi di Finanza pubblica nel quale, tra l'altro, relativamente alle verifiche fatte su stipendi, rimborsi e promozioni, si denuncia «l'"irregolare riconoscimento al personale di assistenza di gradi non previsti dalla legge", l'"illegittima presenza di personale militare in servizio continuativo in assenza di una norma che lo consenta", la "necessità di annullare promozioni effettuate" grazie alla laurea in materie non previste dalla legge, l'assenza di copertura finanziaria dei provvedimenti con cui erano stati distribuiti molti aumenti in busta paga, "l'erogazione di buoni pasto per importi superiori al dovuto" e così via»;
e ancora il 10 dicembre 2009, il quotidiano "la Repubblica" riporta un articolo dal titolo «Assunzioni facili e conti fuori controllo. Il crac Croce Rossa». L'articolo riferisce ancora una volta di una Croce rossa «alle prese con i mali della pubblica amministrazione italiana: conti incerti, organici sovraffollati, gestioni instabili, influenza della politica». E ancora: «Otto ufficiali superiori sono stati chiamati a restituire i gradi, ottenuti in seguito a promozioni giudicate illegittime da un ispettore ministeriale, e cento dipendenti hanno fatto ricorso al giudice del lavoro dopo l'annullamento di generosi benefici economici», eccetera;
l'articolo sottolinea come la Croce rossa sia «un ente costretto a muoversi al confine fra solidarietà e spreco, fra volontariato entusiasta e lavoro assistito. La grana più grossa rimane quella della riorganizzazione del corpo militare, una delle sei componenti della Croce rossa (le altre sono i volontari del soccorso, i donatori di sangue, i giovani pionieri, le pie donne e le crocerossine) che, a leggere il j'accuse dell'ispettore del ministero, si è trasformata in un carrozzone. Ben 670 degli 877 militari in servizio continuativo nel corpo sono stati di fatto stabilizzati "senza che alcuna norma lo prevedesse". E due terzi del personale, a fine 2007, risultavano impiegati in servizi civili, per lo svolgimento di attività in convenzione con enti pubblici e organismi privati (...). Per le emergenze come alluvioni e terremoti, insomma per la funzione istituzionale del corpo, la Croce rossa ha fatto soprattutto ricorso ai precari, che oggi sono 375, tutti arruolati senza concorso. Il personale militare a tempo determinato, dal 2001 al 2007, è cresciuto del 77 per cento. Quello civile in sette anni è addirittura triplicato»;
più recentemente, il 23 marzo 2010, il settimanale "L'Espresso" riportava un articolo di Fittipaldi e Soldano dal sottotitolo chiarificatore «Vertici strapagati. Boom di consulenti. Debiti in aumento. Sprechi. Anche un ex terrorista a fianco del commissario. Ecco come funziona l'associazione»;
il medesimo articolo sottolinea come «Non stupisce che in Italia, unico caso in Occidente, l'ente invece di essere indipendente è sotto il controllo ferreo dei partiti. Che da sempre usano la Croce rossa per fare assunzioni di massa (migliaia di precari militari e civili sono stati chiamati senza concorso e senza criteri): le emergenze e le calamità sono eventi secondari. I bilanci non vengono approvati dal 2005, e i commissari straordinari vanno e vengono». Nell'articolo si legge inoltre che nel 2008, «un'ispezione del Ministero dell'economia (...) stilò una lista di ben 54 rilievi che denunciavano gravi irregolarità degli ausiliari: promozioni illegittime, benefici economici non dovuti, sprechi senza fine». Successivamente, gli ispettori del Ministero della difesa verificavano per il periodo che va dal 2005 al 2009, «le storture della gestione di presidenti e commissari: 17 milioni destinati dalla Difesa per le esigenze del Corpo (medicinali, automezzi, attrezzature da campo) non sarebbero stati mai spesi, le esposizioni con le banche sarebbero "ormai stabilmente sopra i 55 milioni di euro nelle sue punte massime", mentre oltre 15 milioni di euro avuti dalla Cri per l'operazione Antica Babilonia in Iraq sono "ancora da impegnare";
ancora il settimanale "L'Espresso", in un articolo del 30 luglio 2010 dal titolo «Croce Rossa conti al verde» riporta come il 12 luglio, la Banca nazionale del lavoro ha scritto al servizio amministrazione e finanza della Cri per lanciare l'allarme: è stata superata la soglia di fido e di extrafido di 53 milioni di euro e non sarà possibile effettuare i pagamenti giacenti per 11 milioni. In gran parte, oneri previdenziali e fiscali in scadenza;
la Cri sta attraversando ormai da tempo una situazione di disordine organizzativo e funzionale con mancata corresponsione degli arretrati salariali ai dipendenti, nonché stabilizzazione di migliaia di precari, come segnalato dall'interrogante nell'atto di sindacato ispettivo 4-02926;
considerato che a quanto risulta all'interrogante anche sulla base del citato articolo de "la Repubblica":
Vincenzo Lo Zito, dipendente della Cri e fino all'11 agosto 2008 in servizio come funzionario amministrativo nel Comitato regionale Abruzzo a L'Aquila presieduto dalla professoressa Maria Teresa Letta, da anni sta lottando per difendersi da un procedimento disciplinare di Stato e dalle querele rivoltegli dai vertici dell'ente per aver denunciato le anomalie riscontrate all'interno dell'ente Croce rossa Abruzzo;
in particolare il maresciallo capo Vincenzo Lo Zito nello svolgimento del proprio incarico è venuto a conoscenza di presunte irregolarità amministrativo-contabili, rilevate all'interno del comitato regionale Abruzzo de L'Aquila, commesse da parte dei presidenti che ha provveduto a segnalare ai vertici della Cri nel giugno 2007;
il maresciallo Lo Zito ha anche rilevato che la stessa Letta rivestiva un doppio incarico, che oltre ad essere Presidente del Comitato Regionale CRI Abruzzo, era anche Responsabile amministrativo del Comitato locale CRI di Avezzano, cioè, controllore e controllato erano la stessa persona;
le presunte irregolarità riscontrate dal militare riguarderebbero la gestione del Comitato locale Abruzzo da parte di Maria Teresa Letta la quale avrebbe firmato alcuni mandati di pagamento e avrebbe gestito direttamente e in modo autonomo due conti correnti bancari radicati presso la Banca Toscana, agenzia di Avezzano (AQ), intestati al Comitato locale di Avezzano il primo e al Comitato regionale Abruzzo il secondo, contrariamente a quanto espressamente disposto dal regolamento di amministrazione della Cri;
dopo numerose segnalazioni del maresciallo, giunse finalmente un'ispezione da parte di tre componenti del Collegio dei Revisori dei Conti, che si è conclusa in modo singolare, ovvero con un pranzo di questi revisori con la stessa Maria Teresa Letta. I controllori che vanno a pranzo con la controllata. A questo punto il Maresciallo Lo Zito ha provveduto a denunciare oltre a tutte le anomalie riscontrate, anche questo fatto increscioso alla Corte dei conti oltre alla Procura della Repubblica ed ancora attende fiducioso un riscontro dal 14 marzo 2008;
in tutta risposta Lo Zito è stato querelato per calunnia da tutti e 7 i membri del collegio dei revisori dei conti e non dai soli 3 revisori che sono venuti a fare l'ispezione. Dopo due rinvii, l'udienza è stata fissata presso il Tribunale di Roma per il 13 di ottobre 2010, rinviata anche questa al 23 febbraio 2011 per il trasferimento del giudice titolare;
tutte le persone che nel frattempo hanno provato a "riorganizzare" la gestione del Comitato regionale Abruzzo, sono state puntualmente rimosse, ben tre Direttori Regionali sono stati trasferiti. Anche il Maresciallo Vincenzo Lo Zito è stato trasferito a circa 300 km da casa sua per la seconda volta, vive ad Avezzano, un Comune in provincia de L'Aquila, e lo hanno trasferito ad Assisi, nonostante il parere contrario espresso dal Collegio medico della Cri, in quanto nel frattempo, a causa dello stress per questa situazione, ha avuto un infarto con l'applicazione di tre bypass;
nel frattempo, il Commissario straordinario della Cri, l'avvocato Francesco Rocca ha querelato anche lui Vincenzo Lo Zito per diffamazione, ha avviato a suo carico ben tre provvedimenti disciplinari di Stato;
da luglio scorso è stato sospeso lo stipendio del Maresciallo perché visti i suoi noti problemi di salute, non si è recato presso il Comando di Assisi, in quanto non poteva fare circa 600 chilometri al giorno nel suo stato convinto che bastasse il parere contrario al suo trasferimento emesso dal Collegio medico della Croce rossa;
solo poco tempo fa ha saputo che il parere del Collegio medico non è stato considerato dalla Croce rossa, e che la Procura militare, su loro richiesta ha avviato un'indagine per diserzione aggravata;
pertanto, il maresciallo Vincenzo Lo Zito non ha potuto fare altro che obbedire all'ordine di trasferimento, per non essere licenziato e da qualche tempo lavora ad Assisi e per evitare troppi stress utilizza un camper;
ha chiesto tante volte all'Amministrazione di assegnagli una sede più vicina alla sua abitazione, per poter continuare ad essere seguito dal suo cardiologo di fiducia; nessuna risposta è mai pervenuta se non la diffida a raggiungere immediatamente la sede in Umbria;
la Cri sta anche richiedendo le somme che ritiene di aver impropriamente erogato, pari a 22.000 euro con una trattenuta di 600 euro in busta paga perché non si è recato al lavoro presso la sede di Assisi;
da qualche tempo il maresciallo si presenta tutti i giorni presso il suo posto di lavoro ad Assisi
dove non gli assegnano alcun compito ed è la quarta persona assegnata a guardare il panorama perché non ha nemmeno il posto a sedere;
Lo Zito, a chi lo accusa di aver "infangato il simbolo della Croce rossa", risponde che avere il coraggio di rappresentare quali sono le cose che non vanno all'interno dell'istituzione presso la quale lavoriamo, non si traduce nello sporcarla, anzi, vuol dire che la si vuole migliorare; nascondere le "beghe interne" significa essere complici;
a quanto risulta all'interrogante, la vicenda della Cri è una storia che ha interessato personalità che periodicamente si presentano nel panorama delle cronache italiane,
si chiede di sapere:
se non si intenda intervenire con fermezza per porre termine alle gravi irregolarità esposte in premessa nella gestione della Cri, riportando la necessaria indispensabile trasparenza nell'organizzazione e gestione di questa storica associazione;
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti narrati e di conseguenza quali iniziative, ciascuno secondo le proprie competenze, intendano adottare al fine di verificare l'eventuale sussistenza della gravità e l'entità dei fatti segnalati dal maresciallo Lo Zito nel Comitato regionale Abruzzo;
quale sia il giudizio del Governo sulla vicenda che ha interessato Lo Zito, il quale per il solo fatto di aver adempiuto con elevata professionalità e senso di responsabilità ai propri doveri è stato trasferito perché doveva essere punito per aver osato denunciare l'anomala gestione della Croce rossa abruzzese.

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