La lezione del prof. Latouche, ognuno di noi può contribuire a salvare il mondo dalla distruzione

Decrescita vuol dire giusto livello di consumi rapportato ad un equilibrato sistema di bisogni in una prospettiva ecologica
13 novembre 2010 - Ins. Lucrezia Ratano
Fonte: Corriere del Giorno - 12 novembre 2010
Gent.mo direttore,
vorrei esprimere qualche considerazione sul seminario avente per oggetto la “Decrescita come via d’uscita dalla crisi” a cura del Prof. Serge Latouche , professore emerito di Scienze Economiche all’Università di Parigi, magistralmente presentato dal giornalista Angelo Di Leo, del Corriere del Giorno. Neppure il forte ventaccio che spirava sulla città ha fatto desistere i cittadini interessati dal presenziare al dibattito in questione, considerata la valenza dell’argomento per la sua ricaduta sociale.
Potrebbe capitare di non interpretare nel giusto modo il termine “Decrescita”. Infatti esso non vuol dire crescita lenta o crescita negativa ma “giusto livello di consumi rapportato ad un equilibrato sistema di bisogni, in una prospettiva ecologica”. L’homo oeconomicus è, per lo scrittore, il soggetto che ha per unico scopo la crescita smisurata dei propri benefici materiali e che vive in balia delle proprie passioni. Invece sarebbe necessaria una rivoluzione antropologica che, facesse nascere un nuovo uomo, diverso dall’homo oeconomicus , un uomo più sobrio che riuscisse a frenare le sue passioni. In altre parole, per “sobrietà” si vuole intendere un nuovo equilibrio tra uomo e ambiente fondato sul senso del limite e la cancellazione del superfluo. Il professore apre la sua relazione, parlando di una crisi mondiale, conosciuta da tutti a causa della quale il popolo paga un amaro prezzo, vittima di una pericolosa austerità: disoccupazione, taglio di sti- pendi, di pensioni, mancanza di finanziamenti alla scuola, alla sanità....
Questa austerità non porta alcun benessere. Già sul finire degli anni settanta c’è stata un’involuzione del benessere, che ancora continua; se c’è stata una ripresa è stata solo speculativa.
Con forte passione ed approfondita conoscenza il prof. Latouche ha indicato alcuni consigli utili per resistere alla crisi: a) cambiare mentalità, trattando bene la Natura; b) cambiare i rapporti di produzione, produrre altre cose, uscire dal capitalismo, riconvertire l’industria inquinante; c) ridistribuire le risorse in maniera equa, perché la ricchezza va condivisa in parti uguali, non ci dev’essere chi consuma troppo e chi ha poco. Il capitalismo si fonda sull’avidità dei ricchi che creano la miseria per gli altri; d) ritrovare il senso del proprio territorio, non solo economicamente; e) ridurre gli sprechi, ridurre gli orari di lavoro, perché lavorando di meno si dà la possibilità a tutti di lavorare; f ) riu- tilizzare e riciclare, creare insomma una società ecosostenibile; g) ridurre i trasporti e tut- to ciò che inquina, rilocalizzare le attività; h) favorire un’agricoltura biologica, senza pestici- di, razionalizzare il consumo di energia; i) favorire le relazioni sociali e dedicare più tempo alla meditazione ed allo svago; l) restringere lo spazio pubblicitario che inquina soprattutto mentalmente; m) sviluppare la ricerca ambientale per combattere inquinamento e abusi edilizi; n) riappropriarsi del proprio denaro e non lasciarlo alle banche. -
La nostra società costringe il cittadino a consumare sempre di più e a diventare sempre più frustrato ed infelice, al contrario delle società antiche che erano felici e vivevano nell’abbondanza. Chiaramente in questo concetto si innesca tutta la vita sociale talvolta sostenuta dall’arroganza, dalla prevaricazione, dal mancato rispetto delle regole e del prossimo, perché il denaro è l’unico obiettivo da conseguire.
Si è trattato di un discorso chiaro, esaustivo e, nel contempo, ricco di messaggi volti a migliorare il Pianeta. Ognuno può contribuire con comportamenti adeguati a salvare un mondo, che, così com’è, si prepara alla sua distruzione.
Come non dare ragione al professore? Il dispendio irrazionale delle risorse naturali, il mancato rispetto per la Natura, lo spreco dei soldi pubblici, il depauperamento dei beni culturali, il dissesto idrogeologico, le infiltrazioni mafiose danno l’idea di dove viviamo e di come viviamo.
Questo convegno ha dimostrato il valore incisivo e pregnante del prof. Latouche, il quale anche nel dibattito è stato preciso e rispettoso di chi è andato ad ascoltarlo, cercando di non liquidare le domande con due parole di convenienza, ma chiarendo perplessità e critiche.

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