In motonave alla Mostra del Cinema di Venezia contro il Nucleare

In motonave da Chioggia verso il Lido di Venezia per far arrivare il dissenso della Rete veneta contro il nucleare fin sotto i riflettori della mostra del cinema di Venezia.
Questa l’iniziativa organizzata il prossimo 4 Settembre, la partenza è prevista alle 15.00, il rientro in serata.


Con l'approvazione del decreto legislativo del 15.02.2010 da parte del governo che fissa i criteri per l'attuazione del piano energetico si concretizza sempre più il rischio di una fase senza ritorno del riaffermarsi del nucleare in Italia. Riappare, in tutta la sua cupezza, quella che nel secolo scorso si è dimostrata la scelta energetica più antieconomica, pericolosa e nociva tanto per i territori che la ospitano quanto per le loro popolazioni. La lunga lista di incidenti dichiarati e non, verificatisi nelle centrali europee solo nell'ultimo anno, lo sta a dimostrare. Si vuole far passare l'idea che in un territorio tragicamente instabile come quello italiano possano esistere siti "adatti" ad insediamenti di questo tipo quando è la cronaca quotidiana a richiamare l'attenzione di tutti sul dissesto idrogeologico imperante nel nostro paese. La necessaria vicinanza con corsi d'acqua ed il loro sfruttamento da parte di questi impianti non può non farci pensare a quanto recentemente successo al fiume Lambro e più in generale a quanto la gestione di queste risorse sia approssimativa.

Ma non sono solo i rischi per l'ambiente ed i pericoli per la salute pubblica a preoccuparci. La scelta del nucleare persevera nell'indirizzo di puntare ad una "centralizzazione" della produzione di energia, così come tuttora avviene per quelle derivanti dal metano e dalle risorse fossili. Il conseguente assorbimento di tutti gli investimenti nel campo della ricerca sul nucleare distoglie dalla possibilità di incrementare lo studio e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Ciò allontana dallo sviluppo di una vera politica di indipendenza tecnica e culturale dal punto di vista energetico da parte delle grandi masse. Elimina la possibilità di appropriarsi della produzione stessa da parte dei fruitori finali tramite la collettivizzazione della produzione energetica e quindi la possibilità di venderla, distribuirla, scambiarla, barattarla etc. con conseguenti impatti rilevanti sull'occupazione e sul reddito. In definitiva si preferisce anteporre l'interesse economico di pochi a scapito del benessere diffuso.

Altra conseguenza non trascurabile è quella dello svilimento democratico dei processi decisionali e l'espropriazione, mediante la militarizzazione dei siti, di parte dei territori. Nonostante a livello governativo si propagandi tanto il federalismo il ritorno all'atomo viene assolutamente imposto “dall'alto” senza tener conto delle posizioni espresse dagli enti locali e dalla loro cittadinanza e facendo finta di ignorare che un referendum aveva deciso di tener fuori l'Italia dall'avventura nucleare.
L'ipotesi di Chioggia come sito possibile per l'attuazione di questa politica ci pone di fronte ad una responsabilità evidente ed ineludibile. In quanto persone che vivono il territorio non possiamo rimanere indifferenti di fronte allo scempio che ne deriverebbe. L'impatto negativo sul turismo, I rischi contaminazione della terra e dei fiumi con conseguenze disastrose per l'agricoltura e la pesca disegnano un panorama possibile che non vogliamo e non vorremmo per nessuno.
Fonte: www.chioggianonucleare.org
Sergio Gallo
Movimento 5 Stelle (prov. Venezia)
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