In Italia non si può morire gratis.


Una carissima amica polacca residente da 20 anni in italia (minuscolo intenzionale) e cittadina italiana, venerdi 9 settembre per cause sconosciute si schianta contro un muretto a bordo strada. Muore e lascia una figlia di 18 anni , già abbandonata dal padre in età infantile. Qui non ha parenti, va ancora a scuola, nessun reddito.
Noi amici di famiglia siamo andati ad informarci per il funerale anche per sostenerne le spese e qui lo schiaffo: posso capire le richieste delle imprese private, ma venire a sapere che ci sono da pagare 400 euro di tasse, questo no! Non è accettabile, mi sono vergognato, di vivere in una nazione che ti spenna anche da morto con le motivazioni più allucinanti: tassa perché non è residente nel comune in cui è morta e altre amenità.
Si dice che lo Stato Svedese abbia un sistema SOCIALE che accompagna i propri cittadini dalla culla alla tomba. Lo stato italiano ha invece un sistema DI TASSAZIONE che ti accompagna dalla culla alla tomba, per di più tra i meno equi, in cui soggetti più deboli non hanno scampo e i più forti hanno i mezzi e i modi per sfuggirvi. Il tutto a fronte di un sistema sociale che nel migliore dei casi è insufficiente in tutte le componenti (sanitario, scolastico, previdenziale) e nel peggiore ti lascia abbandonato a te stesso.
Abolire ogni forma di tassazione sulla morte, compensandola con una tassazione sulle plusvalenze dei nostri nababbi nazionali, mi sembra possa essere un atto di giustizia, di equità e soprattutto, anche se fuori moda, di RISPETTO!
Giacomo Torre

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