Giuliani torna a lanciare l'allarme: all'Aquila possibili nuove forti scosse

Il ricercatore aveva segnalato l'alto tasso di radon anche prima del terremoto del 6 aprile 2009. Attività sismica nei comuni dell'Alto Aterno e in provincia di Rieti. La scossa più forte di magnitudo 3,3

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L'Aquila, un anno dopo il terremoto
Nuovi forti terremoti potrebbero colpire l'area dell'aquilano nel prossimo futuro. Il nuovo allarme, dopo lo sciame sismisco registrato ieri, è stato lanciato dal ricercatore Giampaolo Giuliani, che rimase inascoltato alla vigilia del terremoto del 6 aprile 2009. Secondo quanto ha annunciato sulla sua pagina Facebook il tecnico, nel distretto dei Monti Reatini esiste la possibilità di altre scosse superiori a magnitudo 3.

Si tratta di una preoccupazione condivisa dalla comunità dei geologi molti dei quali, tuttavia, si dicono scettici nei confronti delle previsioni basate sul radon che hanno reso celebre il ricercatore, che ha sostenuto in diverse occasioni che la presenza del gas può far prevedere con un certo grado di certezza l'arrivo di scosse sismiche.

Attraverso la sua pagina personale Giuliani ritiene "doveroso allertare le popolazioni residenti nei territori interessati e limitrofi" in ragione del fatto che dal primo gennaio di quest’anno ad oggi si sono prodotti 1940 terremoti con epicentro nel raggio di 30 chilometri intorno a Montereale (L’Aquila). Giuliani parla di "un livello di radon che si pone in soglia di evento sotto il 3.5 di magnitudo locale circa". Per il geologo Ginaluca Ferrini c’è necessità di un monitoraggio costante, nonostante non condivida del tutto il metodo di rilevazione usato da Giuliani: "La misurazione dei livelli di radon in superficie non ha senso in quanto sono tanti i fattori atmosferici, dalla pressione al vento, che possono alterare i risultati. Per questo non possiamo certo considerare come attendibili le valutazioni di Giuliani".

Ieri, intanto, è tornata la paura all'Aquila dopo lo sciame sismico che da qualche giorno è tornato a interessare alcuni comuni dell'Alto Aterno e, nel Lazio, del reatino, suscitando, specie nell'aquilano, il panico tra la gente provata dal sisma del 6 aprile del 2009. La terra ha tremato di nuovo nella zona di Montereale. Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) la magnitudo è stata di 2,3 con epicentro a una profondità di 9,9 chilometri. Nuova scossa venti minuti dopo, alle 14:05, con magnitudo 3,3 e profondità 2,3. Il commissario delegato per la ricostruzione e presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha presieduto una riunione con i responsabili della protezione civile regionale.

Al termine della riunione, lo stesso Chiodi ha precisato che la protezione civile è stata attivata "per fornire la massima assistenza alla popolazione interessata e soddisfare le eventuali richieste che dovessero provenire dai sindaci dei comuni ricadenti nel territorio" , ossia quelli di Montereale, Campotosto, Capitignano, Cagnano Amiterno. (Apcom)

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