Elezioni, appello di Libertà e Giustizia: “Mai più a votare con questa legge”

“Ridateci la nostra democrazia! Mai più alle urne con questa legge!” L’appello di Libertà e Giustizia (LeG) alla mobilitazione per cambiare la legge elettorale raggiunge in le trentamila firme. Ma il numero sale ogni minuto perché questa è una battaglia popolare e trasversale. Restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti, che oggi non vengono eletti, ma nominati dai segretari di partito. Una legge elettorale sballata che permette un premio di maggioranza tale che con solo il 30% dei voti si possono ottenere il 55% dei seggi.

L’appello di LeG  sul web è sostenuto e amplificato da Valigia Blu. “E’ solo un primo passo”, dice Arianna Ciccone dell’associazione. “Se i politici non colgono rapidamente l’invito, siamo pronti a uscire dalla Rete per costituire un comitato e raccogliere firme per una proposta di legge di modifica. Non ci fermeremo. Siamo disposti anche a ricorrere alla Corte per i Diritti dell’Uomo perché qui non si tratta di una scelta politica di un certo sistema elettorale, ma della radicale negazione del diritto di scegliere i propri rappresentanti. Sono vari i sistemi elettorali, sia di tipo maggioritario che proporzionale, che possono garantire il diritto dei cittadini di scegliere i parlamentari. Non questo”.

Quella di Valigia Blu è una campagna rivolta a cittadini, politici e media per sensibilizzare la società civile. E’ vitale chiamare ognuno a impegnarsi attivamente per riprendere il controllo della vita politica e delle sorti del Paese. “Abbiamo fatto numerose interviste per chiedere a chi ha votato se conoscono il nome del parlamentare che hanno eletto – spiega Arianna Ciccone – Nessuno lo sa. Questa legge mette i cittadini davanti a un aut aut: i rappresentanti li scelgono i capi partito quindi perdono il contatto con il territorio e con gli elettori e diventano ricattabili dai partiti”.

Per cambiare la legge servirebbe una maggioranza trasversale in Parlamento. “Sono in molti, compresa l’Udc, ad avere interesse al cambiamento. Oggi anche chi l’aveva votata all’epoca, come Fini, dice di essere pentito. Molti sono dispiaciuti soprattutto del premio di maggioranza. Ma la legge è impopolare e i politici sanno che cavalcando questa iniziativa possono ottenere consensi”.

Resta il pericolo che in Parlamento non si trovi l’intesa su un nuovo testo. “Infatti, nell’appello si chiede, per il momento, anche solo di tornare alla legge elettorale precedente. Ma vogliamo lanciare un avvertimento ai politici: attenzione perché se decidete di andare al voto con questa legge ci sarà una botta di astensionismo che griderà vendetta. O cambiate, o non voterà nessuno”.

E’ quindi vitale che l’appello venga diffuso. “I politici di ogni colore, che rifiutano anche solo di rispondere alle domande degli elettori, devono tornare a capire che sono nostri dipendenti. Serve una mobilitazione generale come quella avvenuta a suo tempo contro la legge bavaglio. C’è una forte responsabilità dei media: erano tutti uniti contro la legge bavaglio, ora bisogna battersi per un pieno diritto di voto”.

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