Debito record in Italia, è tempo di attingere a oro e riserve Bankitalia

Di Francesca Gerosa


Debito record in Italia, è tempo di attingere a oro e riserve Bankitalia
Il debito pubblico italiano a luglio di quest'anno ha toccato un nuovo record a 1.838,296 miliardi di euro. Secondo quanto sottolineato nel Bollettino statistico della Banca d'Italia dedicato alla Finanza pubblica, il debito pubblico italiano a luglio è salito rispetto a giugno dello 0,8% e rispetto a maggio, mese nel quale era stato registrato il precedente record a 1.827,181 miliardi, dello 0,6%.

Il debito è invece cresciuto del 4,7% rispetto a luglio 2009 e del 4,3% rispetto a 1.761,229 miliardi di euro con i quali si era chiuso il 2009. Peraltro il debito calcolato dalla Banca d'Italia è quello in valore assoluto e non in rapporto al prodotto interno lordo. E' quest'ultimo il valore che interessa invece il Patto di stabilità europeo.

Un debito che per le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori pesa per 30.451 euro sulle spalle di ognuno dei 60 milioni di residenti, 83.000 sulle spalle di ogni famiglia. Un debito che "è una mina vagante destinata a crescere, sia per la crisi economica che per la politica economica del centro destra, che non ha messo in campo alcuna misura per una sua riduzione''.

Adusbef e Federconsumatori da tempo chiedono misure per iniziare un percorso di riduzione del debito pubblico, a cominciare dalle dismissioni di oro e riserve di Bankitalia alla pari di tutti gli altri Paesi dell'area euro. Più volte i presidenti delle due associazioni, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, hanno criticato le politiche economiche del centro destra tendenti a far aumentare di più la spesa, quindi a far impennare il debito pubblico.

Il debito è ancora destinato a crescere e potrebbe aumentare, secondo le stime di Adusbef, di altri 158 miliardi nei prossimi 12 mesi, attestandosi alla cifra spaventosa di 1.985,504 miliardi nei prossimi 12 mesi (luglio 2011), con un gravame pari a 33.080 a testa e di 90.250 euro a nucleo familiare.

"I nostri conti sono in sofferenza, ma il ministro dell'Economia non mancherà di dirci che va tutto bene'', ha sottolineato Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del PD commentando i dati del Bollettino statistico di Bankitalia. ''Il nuovo record del debito pubblico e le entrate tributarie dei primi sette mesi dell'anno a -3,4%, ma se si fa il raffronto tra luglio 2009 e luglio 2010 la riduzione arriva al 4,4%, ci preoccupano davvero".

Nei primi sette mesi del 2010 le entrate tributarie si sono attestate a quota 210,374 miliardi di euro, registrando un calo del 3,4% rispetto al corrispondente periodo del 2009. Nel solo mese di luglio le entrate tributarie sono scese a quota 36,225 miliardi di euro, in calo del 4,4% rispetto ai 37,905 miliardi di euro di luglio 2009.

Insomma ''gli ultimi dati Bankitalia confermano che il Governo, malgrado gli altisonanti annunci, non ha fatto nulla per ridurre il debito pubblico, arrivato a luglio a un nuovo record negativo. Ha tolto risorse a settori importanti, come la scuola o la sanità, ma non ha intaccato quelli che sono i veri sprechi, le spese di tanti enti inutili, come le province che pure aveva promesso di eliminare'', ha tuonato il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, osservando come ''anche i proclami governativi sulla lotta all'evasione fiscale lasciano il tempo che trovano.

Per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, il risanamento non si raggiunge tentando di controllare il numeratore del rapporto debito Pil e abbandonando il denominatore, il Pil, a se stesso. Tanto più quando è evidente nei dati pubblicati oggi l'aumento dell'evasione fiscale, favorita dallo smantellamento di importanti misure solo tardivamente e parzialmente reintrodotte e dai condoni.

Il ministro dell'economia Tremonti, ha spiegato Fassina, dimentica di dire che per ogni miliardo in più raccolto grazie ai controlli, perdiamo 10 miliardi a causa della riduzione della fedeltà fiscale. "Rigore e crescita possono andare insieme, debbono andare insieme per dare futuro all'Italia. Recuperare l'evasione e ridurre le imposte sul lavoro e sull'impresa", ha concluso il responsabile economico del Pd, "è condizione imprescindibile''.
 

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