Capri, la depurazione fa acqua

di ELISABETTA GALGANI
Depuratore
Ieri i carabinieri del Noe hanno sequestrato il depuratore a Occhio Marino. Avvisi di garanzia per il sindaco e l'amministratore della Gori, la società che gestisce l'impianto. Legambiente: «In Campania situazione al limite»
IL SEQUESTRO. L’ennesima conferma di una situazione tragica. Questa è la reazione di Legambiente di fronte al sequestro di ieri del depuratore di Capri, a Occhio Marino. Nel corso degli ultimi mesi, i carabinieri del Noe hanno effettuato nell'impianto una serie di ispezioni che hanno determinato l'ordine di sequestro della struttura che resta funzionante. Scarico senza autorizzazione, getto pericoloso di cose, danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali. Queste le accuse mosse al sindaco di Capri, Ciro Lembo e l’amministratore unico della Gori, la società che gestisce il depuratore: i due sono stati iscritti nel registro degli indagati.
DELIBERA SOTTO ACCUSA. Sotto accusa è la delibera dello scorso settembre, reiterata poi a maggio, con la quale lo stesso primo cittadino autorizza la società Gori a trattare solo il 20% delle acque nere prodotte nell'isola e a sversare in mare, senza alcun trattamento, il rimanente 80%.«Questa è l’ennesima testimonianza di un sistema depurativo che fa acqua da tutte le parti – spiega Michele Buonomo presidente di Legambiente Campania – È grave infatti anche la situazione di altri depuratori campani. Prorpio per questo stiamo facendo pressione sulla giunta regionale perchè sia fatto tutto il possibile a breve e medio termine sulle acque di balneazione».
INQUINAMENTO RECORD. La Campania nel 2010 si è distinta per un record negativo: quello dell’estensione della costa non balneabile a causa dell’inquinamento superiore al 17%, a fronte di una media nazionale al 4%. A Capri la situazione poi è aggravata dalla pressione antropica: due milioni e mezzo di visitatori annui su superficie della sola città di Capri di tre chilometri quadrati calpestabili.

UN IMPIANTO VECCHIO. «I giornali hanno riportato che è stato Rocco Barocco a dare la notizia del malfunzionamento. In realtà il problema del depuratore di Capri c’è da anni. Ci fa sorridere che sia finito sulle pagine dei quotidiani proprio un vip che ha poco dell’ambientalista, visto il sequestro della sua piscina privata che non rispettava i vincoli ambientali avvenuto lo scorso anno – spiega Nabil Pulita, presidente del Circolo di Capri - L’isola ha quattro impianti, un trionfo dovuto ad una battaglia di Legambiente degli anni '80-'90. Ma bisogna farli funzionare. L’impianto di Occhio Marino è il più vecchio dell’isola, negli ultimi tempi ci sono stati finanziamenti europei per la manutenzione dell’impianto di depurazione. Secondo quanto dichiara la Gori gli interventi sono stati eseguiti».
PARAMETRI SBALLATI. Prima degli adeguamenti già da due anni il depuratore è sotto l’esame attento del Noe e lo scarico a mare era già stato revocato dalla Provincia perché alcuni parametri non erano in linea. «È stata fatta anche una conferenza dei servizi e le analisi dell’Arpac lo scorso anno davano risultati tranquillizzanti. Ora dopo il sopralluogo del Noe c’è stato il sequestro. È proprio il caso di dirlo: la mano destra non sa che cosa fa la mano sinistra. Bisogna fare luce e chiarezza sulla vicenda».

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