Beppe Grillo: “Terremoteremo il Parlamento”


E annuncia la "Woodstock della politica italiana" a Cesena. Invitato anche Schifani: "Il presidente del Senato deve dirci dove sono le nostre 350mila firme per le Camere Pulite
“Le contestazioni a Schifani? Noi lo invitiamo a Cesena. Però se viene deve rispondere su tutto. Deve dirci dove sono finite le 350 mila firme che avevamo raccolto per la legge sul Parlamento pulito. Se non ce lo dirà, andremo a prendercele noi”. Beppe Grillo sta preparando l’appuntamento del 25 e 26 settembre a Cesena. È un torrente in piena, fai fatica a infilarti tra i suoi pensieri.

Grillo, ha sentito il discorso di Fini?

No, non mi faccia parlare di quella gente. Parlano soltanto di strategie, alleanze, percentuali… vivono in un mondo virtuale. Se ti cacci in queste cose non ne esci più, come una mosca in una ragnatela. Poi mi chiedono di Vendola, Bersani e Berlusconi e sono fregato. Non c’entro con questa gente. Però…

Uno spiraglio si apre, però…

Il discorso di Fini mi ha ricordato quello di 15 anni fa di Berlusconi. Entrambi scendono in campo per il bene del Paese e rinnegano il loro protettore.   Berlusconi rinnegò temporaneamente Craxi, oggi Fini rinnega Berlusconi che lo sdoganò dall’innominabile area post fascista proponendolo a sindaco di Roma (era il 1993). Entrambi, sembra incredibile, parlano di legalità… il primo Berlusconi era ammiratore di Mani Pulite e propose un ministero ad Antonio Di Pietro, Fini era nella ‘cabina di regia’ durante il G8 di Genova.

E le contestazioni a Schifani a Torino?

Guardate chi sono i ragazzi di Torino che vengono definiti mezzi terroristi. C’era Davide Bono, consigliere regionale eletto con il MoVimento 5 Stelle. In aula ha combattuto termovalorizzatori, colate di cemento, espropriazione della nostra acqua.

Che cosa avrebbero di così speciale?

Confrontate i loro sguardi trasparenti con gli occhi di Schifani. Bono è uno che passa le notti a studiarsi le delibere, ma non ha smesso di fare il medico.

Ma non è un po’ troppo facile dire di essere “diversi”?

Macché dire, qui sono i fatti, i   nostri programmi a parlare

Se voi foste in Parlamento che cosa fareste?

Non usi il condizionale. Alle prossime politiche candideremo i nostri ragazzi per il Parlamento. Sarà un terremoto in quel cimitero di elefanti.

Che cosa proporrete?

Più informazione e partecipazione: tre mesi prima di entrare in vigore le leggi dovrebbero essere pubblicate su Internet e sottoposte ai cittadini. Poi vogliamo referendum propositivi anche senza quorum. Vado avanti?

Perché no?

Noi siamo per il federalismo, quello vero, altro che la Padania. Sogniamo gli Stati Uniti d’Italia, che riuniscano le regioni con anime diverse. Poi addio alle province, basta doppi incarichi e doppie indennità. In economia via le stock option, sì a un tetto massimo e minimo per i salari di manager e operai. E poi l’industria. Napolitano parla di industria, ma in che Paese vive? Ha visto quante nostre industrie stanno in piedi solo con i soldi dello Stato? Se un’impresa va in malora deve fallire. Basta finanziamenti pubblici, cioè nostri. I soldi vanno dati agli operai e alle forze fresche.

Ci sono anche partiti, magari all’estero, con proposte simili.

Ancora con i partiti. Per capire chi siamo, lasciate i giornali e Minzolini… venite a Cesena, ci sono migliaia di persone che si stanno preparando con autobus e treni. Hanno perfino rinviato la partita con il Napoli.

Che cosa succederà davvero?

Sarà la Woodstock della politica italiana. I partiti si vedono in quei vecchi alberghi che sanno di rosolio davanti a quattro pensionati. Noi ci incontreremo all’aperto, di fronte a tutti. Ognuno varrà uno, io, gli ospiti e ciascun partecipante. Tutti potranno farsi sentire. Noi siamo l’Amuchina della politica, disinfettiamo dai microbi. E poi c’è il Web, che fa da poliziotto: massima trasparenza su tutto, chi sbaglia, anche noi, si prende le sue responsabilità.

Ma perché i giovani dovrebbero venire a Cesena e non alla festa del Pd, per dire…

Cesena è un urlo di liberazione dal sudario delle parole vuote. I giornali parlano di politici, di alleanze, dell’uomo nuovo… A Cesena si discuterà di politica, non di politici, di idee non di ideologie. I cittadini devono riprendersi il Paese che hanno delegato ad affaristi e gente che senza la politica sarebbe disoccupata, come Fassino o Gasparri.

Bastano due giorni per cambiare un Paese?

È il segno, noi lavoriamo da anni   e andremo avanti. Ma il Mo-Vimento 5 Stelle è diverso in tutto: chiede ai giovani di occuparsi di politica, del loro futuro, di entrare nei consigli comunali, regionali e in Parlamento. Questi ragazzi saranno sempre collegati con gli elettori attraverso la Rete, scriveranno assieme a loro le proposte di legge, renderanno trasparenti le istituzioni. Il MoVimento 5 Stelle vuole trasformare la politica in servizio civile, cancellare il politico di mestiere, il governatore a vita come Formigoni. Due mandati e poi si torna a lavorare. Basta la truffa del finanziamento pubblico trasformato in “rimborso elettorale”, i partiti vivono spartendosi quasi un miliardo… e se si scioglie il Parlamento cumuleranno i rimborsi della presente legislatura con quelli futuri. Ai partiti e ai parlamentari – che hanno raggiunto l’anzianità per la pensione – la crisi conviene. Senza i finanziamenti elettorali, bocciati da un referendum, i partiti non esisterebbero.

Facile a dirsi, ma voi come fate?

Non abbiamo preso contributi, abbiamo rifiutato 1,7 milioni di “rimborsi” per le regionali. In cinque regioni abbiamo avuto mezzo milione di consensi. Ogni voto ci è costato 0,8 centesimi, pagati da contributi volontari. I nostri consiglieri regionali si sono ridotti lo stipendio a 1.500 euro al mese. Il Mo-Vimento 5 Stelle è il ritorno dei cittadini alla politica, in prima persona, con l’elmetto.

Da Il Fatto Quotidiano del 8 settembre 2010

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