Qui i partecipanti giurano la resistenza contro Roma

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[Dagens Nyheter]
Per il ventesimo anno di fila i seguaci più entusiasti della Lega Nord si sono radunati per una festa di partito sul prato di Pontida. È tutto rivestito di verde: dai grandi trattori posizionati lungo la strada, alle magliette, alle bandierine e agli ombrelli che proteggono i partecipanti da una fitta ed ininterrotta pioggia.
“Noi apparteniamo a quella generazione vecchia che non crede più nelle promesse di ulteriore autonomia, lavoriamo invece per un Nord Italia completamente autonomo. Il resto dell’Italia non ci interessa e non vogliamo pagare per i fannulloni a Roma, dice Enrico Tintori, un pensionato ex operaio metallurgico di 73 anni.
Lui e la moglie Maria Angela non si sono mai persi una festa di partito a Pontida in quella che è cominciata come una piccola manifestazione in questa località di appena 3000 abitanti dove la Lega Nord ha le sue radici.
Qui i partecipanti giurano la loro indipendenza e resistenza contro Roma, proprio come si narra che il leggendario cavaliere Alberto da Giussano fece nel 1167 durante la resistenza da parte di alcuni piccoli comuni contro il Sacro Romano Impero Germanico e l’imperatore Federico Barbarossa.
Oggi è diventata una festa popolare che allo stesso tempo è politica. Molti sono preoccupati per la tanto desiderata autonomia in questi tempi di crisi economica.
Altri fanno fatica a comprendere la decisione del Capo del Governo Silvio Berlusconi l’altro giorno di nominare Aldo Brancher nuovo Ministro responsabile per l’Attuazione del Federalismo, un compito che da diversi anni è spettato al Ministro per le Riforme per il Federalismo: il leader della Lega Nord Umberto Bossi.
Giacomo Robutti ha 25 anni e lavora come avvocato a Milano. Secondo lui l’UE decide su una serie di questioni che riguardano l’economia globale e la difesa comune. “I nostri Paesi sono troppo grandi per essere in grado di vedere e capire il bisogno e le possibilità che hanno le regioni. Per questo c’è bisogno di più autonomia” dice Robutti.
Il tempo d’attesa per l’intervento del leader Umberto Bossi è lungo sotto la pioggia. Quando finalmente sale sul palco e conclude che è solo lui il responsabile per le questioni di federalismo al governo, parte un’ovazione senza precedenti. E il bel prato di Pontida ormai è diventato un unico grande mare di fango.

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