Pornostar e attrici sexy: le priorità tutte italiane

- di Enrica Balduzzi -



Un corpo perfetto, completamente in deshabillé, tolti un paio di ali da angelo di piume bianche e dei sandali argentati, capelli biondo platino, sguardo ammiccante, e il titolo: “Questa donna è un pericolo pubblico”. E’ così che si presenta la copertina dell’ultimo numero di Panorama, in edicola questa settimana. Il titolo fa riferimento alla vicenda della pornostar ungherese Brigitta Bulgari, che è stata arrestata e rischia una condanna fino a 12 anni di reclusione per uno spogliarello troppo hard, avvenuto il 27 febbraio scorso in un locale di Fossato di Vico, provincia di Perugia.

Al di là delle considerazioni personali sulla vicenda e di un dibattito strettamente morale connesso al mestiere della signorina e alla sua colpevolezza o meno, è sconcertante notare come un qualunque giornale possa considerare un episodio del genere degno addirittura della copertina, in una situazione economica, politica e sociale drastica come quella in cui versa al momento il nostro paese. Nel momento in cui si discute e si lavora sulla legge contro le intercettazioni che metterebbe uno stretto bavaglio a tutta l’informazione libera, in cui emergono nuovi dati choc sul terremoto all’Aquila, in cui la percentuale dei disoccupati e dei cassaintegrati si innalza quotidianamente, non si trova niente di meglio da fare che sbattere in prima pagina la vicenda personale di una pornostar, come se questo fosse il massimo problema del Paese? Che Panorama non sia una rivista obiettiva ed imparziale, può essere prevedibile, ma la continua e deliberata negazione dei problemi del paese da parte di una fetta di politica, editoria e giornalismo potrebbe iniziare a diventare offensiva nei confronti dei cittadini.

Un episodio simile è avvenuto anche pochi giorni fa, quando l’attore italiano Lino Banfi, in una lettera aperta al Corriere della Sera, aveva chiesto al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi il riconoscimento della legge Bacchelli (legge che prevede l’assegnazione di un assegno straordinario vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in situazioni di indigenza) a favore dell’amica e attrice Laura Antonelli, che attualmente vive con una pensione di 510 euro al mese. “Sarà avviata al più presto la richiesta della procedura per il riconoscimento della legge Bacchelli a favore di Laura Antonelli” ha risposto il ministro in una nota. Senza entrare nel merito dell’effettiva necessità dell’attrice, rimane comunque l’amaro in bocca nel rendersi conto che lo stesso Governo che ha preannunciato tagli a mannaia su diversi e storici enti di diffusione della cultura del nostro paese, a causa di una manovra finanziaria di dubbia efficacia, possa ora trovare i motivi e i fondi per mantenere un’attrice sexy sull’orlo della rovina causata da una vita piuttosto squilibrata.

L’immagine dell’Italia che emerge da questi due episodi non è di certo delle migliori. Un’Italia talmente assuefatta alla cultura dell’edonismo mediatico sfrenato da legittimare il fatto che una rivista ‘d’informazione’ parli della vicenda giudiziaria di una pornostar, elevandola al ruolo di vittima della giustizia lapidaria, anziché dei veri problemi del paese; un’Italia pronta a mantenere le attrici sexy degli anni passati perché ‘distintesi nell’arte e nella cultura’, ma non i suoi giovani, sempre più logorati dalla mancanza di lavoro e di certezze per il futuro; ma anche un’Italia capace di tenere in considerazione la donna solo quando oggetto sessuale, e non quando madre, lavoratrice e cittadina. Un’Italia al contrario, distorta dalla visione del mondo patinata e illusoria creata dal ventennio berlusconiano, per cui la cultura si esaurisce nel sesso e la giustizia diventa la bestia nera che imprigiona povere innocenti, liquidando il tutto con un “c’era proprio bisogno di rinchiuderla?”. Rilanciamo la domanda: c’era davvero bisogno di parlarne?


http://www.dirittodicritica.com/2010/06/09/pornostar-e-attrici-sexy-le-priorita-tutte-italiane/

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