Intercettazioni, governo pone la fiducia sul ddl in Senato

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Intercettazioni, governo pone la fiducia sul ddl in Senato
Roma, 9 giu (Il Velino) - Il governo ha posto in aula al Senato la questione di fiducia sul ddl intercettazioni. La richiesta è arrivata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito. Ora si è riunita la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama per decidere quando procedere con il voto in assemblea. La richiesta è stata accompagnata dal borbottio dell'opposizione, mentre la presidente del gruppo del Pd, Anna Finocchiaro, ha chiesto quando il Consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia sul provvedimento. Vito ha risposto che è stata data l'autorizzazione nella seduta del 25 maggio (come puntualizza l'ufficio stampa del ministero, correggendo quanto erroneamente affermato in aula dal rappresentante del governo). Prima che il governo ponesse la fiducia in aula si sono susseguiti gli interventi: da un lato l'opposizione che lamenta una scarsa attenzione alle prerogative del Senato; dall'altra la maggioranza che chiedeva di rispettare il diritto di poter votare un ddl che ha iniziato il suo iter in Parlamento più di un anno fa. Il testo del ddl non è stato votato dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama. Ora si attende il via libera con la fiducia. Si tratterà di un maxiemendamento il testo su cui verrà posta la fiducia. In esso confluiranno con ogni probabilità tutte le nuove norme, tradotte in emendamenti che non sono stati votati dalla commissione: Nel dettaglio ecco i nuovi emendamenti, uno dei quali ha soppresso eventuali modifiche alle norme attuali riguardanti l'arresto in flagranza per reati di violenza sessuale sui minori.
SOSTITUZIONE MAGISTRATO - Sparisce la "sostituzione automatica" del magistrato. La decisione sulla sostituzione del magistrato responsabile di aver rilasciato dichiarazioni in fase di indagini preliminari di un procedimento è affidata al capo dell'ufficio competente "al fine di valutare la effettiva sussistenza di ragioni oggettive per provvedere alla sostituzione".

INTERCETTAZIONI AMBIENTALI - Si potranno effettuare anche senza la condizione di imminente commissione di un reato. Viene disposto infatti che possono essere effettuate anche se non vi è "fondato motivo di ritenere che nei luoghi" dove sono disposte "si stia svolgendo l'attività criminosa". In pratica un pm, "qualora dalle indagini svolte emerge che l'intercettazione potrebbe consentire l'acquisizione di elementi fondamentali per l'accertamento del reato per cui si procede o che dall'intercettazione possono emergere indicazioni rilevanti per impedire la commissione di reati" con "decreto eventualmente reiterabile" dispone le operazioni "per non oltre tre giorni".

PROROGA AGLI ASCOLTI - Dopo il termine massimo di 75 giorni per gli ascolti è possibile prorogare, nel caso in cui vi sia motivo di ritenere che sia necessario per le indagini, l'ascolto di tre giorni. Si procede in questo modo dopo che il pm ha fatto richiesta al tribunale collegiale che decide entro tre giorni dalla richiesta. La richiesta di proroga è reiterabile potenzialmente per tutta la durata delle indagini preliminari.

SERVIZI SEGRETI - Viene soppresso il comma riguardante l'ascolto di conversazioni in cui sono coinvolti agenti dei servizi. La materia, come annunciato dalla maggioranza, verrà trattata con provvedimento ad hoc.

SANZIONI AGLI EDITORI - Sale fino a oltre 450 mila euro le multe per chi pubblica le intercettazioni illegalmente (ad esempio quelle per cui è stata ordinata la distruzione). In relazione alla commissione del delitto di cui all'articolo 377-bis del Codice penale, si legge nell'emendamento, si applica la sanzione pecuniaria fino a 500 quote.

NORMA TRANSITORIA - Le nuove disposizioni si applicano ai procedimenti pendenti, alla data di entrata in vigore della legge. È "fatta salva" la validità delle intercettazioni precedentemente disposte, ma "le stesse non possono ulteriormente proseguire, a decorrere dalla data di entrata in vigore delle nuove norme, per un tempo superiore alla durata massima" stabilita: cioè 75 giorni, poi eventualmente prorogabili.

RIPRESE TV DEI PROCESSI - Cade la possibilità che una delle due parti ponga il veto sulla trasmissione radiotelevisiva di un processo. Ora la decisione viene affidata al presidente della Corte di Appello, che delibera "quando sussiste un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento".
(Umberto Di Giacomo) 9 giu 2010 16:18


NON ESSERE INDIFFERENTE....DEPUTATI E SENATORI ; ANCHE SE SI ERA CAPITO DA TEMPO VOI PER BERLUSCONI NON SIETE NIENTE ...NON CONTATE UN CAZZO...AI SUOI DA ORDINI E NON AMMETTE REPLICHE , LO HA DETTO CHIARAMENTE AL CONVEGNO DI FEDERALBERGHI AL SENATO E ALLA CAMERA SI FA' COME DICE LUI ! http://www.corriere.it/politica/10_giugno_08/ddl-intercettazioni-berlusconi_f6ffb0d2-72d7-11df-80b7-00144f02aabe.shtml ...I FINIANI SONO DEGLI INVERTEBRATI CHE SE LA FANNO SOTTO APPENA BERLUSCONI ALZA UN PO' LA VOCE...QUELLI DELL'OPPOSIZIONE SEMPLICEMENTE PER B. NON ESISTONO CONTANO DI MENO DEL SUO CUOCO E ALLORA CHE CI STATE A FARE IN PARLAMENTO...?DIMOSTRATE DI AVERE UN PO' DI DIGNITA'
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