Il ponte dei Frati neri. Il delitto Calvi e nessun colpevole.


Caso Calvi, nessun colpevole. La sentenza è stata emessa dopo due ore di camera di consiglio dal primo collegio presieduto da Guido Catenacci. La sentenza di oggi conferma, quindi, quella emessa in primo grado il 6 giugno 2007. Il rappresentante dell’accusa, Luca Tescaroli, aveva chiesto la condanna all’ergastolo dei tre imputati per l’omicidio dell’ex presidente del Banco Ambrosiano trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri. Dalla vicenda erano già usciti di scena, con sentenza di assoluzione passata in giudicato, Silvano Vittor e Manuela Kleinzing. L’accusa per Carboni, uomo d’affari, Calò, ex cassiere della mafia, e Diotallevi, già coinvolto in indagini sulla banda della Magliana (solo quest’ultimo era in aula oggi) era quella di aver organizzato la morte di Calvi, in concorso tra loro e con altri non ancora identificati, avvalendosi delle organizzazioni criminali di tipo mafioso «per punirlo di essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti alle organizzazioni criminali».

«La sentenza di oggi, pur assolvendo gli imputati, conferma che Roberto Calvi è stato assassinato. La sentenza va rispettata in quanto espressione di democrazia ma bisogna riflettere perchè, nella prospettiva dei familiari del banchiere, questa pronuncia uccide due volte Calvi». È quanto affermato dal procuratore generale Luca Tescaroli, che già in primo grado aveva rappresentato l’accusa come pubblico ministero, dopo la pronuncia della corte d’appello di Roma che ha confermato le assoluzioni per Pippo Calò, Flavio Carboni ed Ernesto Diotallevi. «Ricordiamo – ha proseguito il magistrato – che i congiunti di Calvi hanno dovuto attendere 18 anni prima che venisse riconosciuto il reato di omicidio. Ora valuteremo se presentare ricorso in Cassazione. Leggeremo le motivazioni di una sentenza che comunque convalida il lavoro fatto».

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