L'Italia e l'acqua pubblica in Bolivia


Curiosa l’Italia, mentre con una mano il Governo firma la legge che privatizza l’acqua con l’altra il Ministero degli Esteri finanzia un progetto di cooperazione internazionale per il ritorno alla gestione pubblica delle risorse idriche in Bolivia. A promuovere l'iniziativa, le Ong Centro di volontariato internazionale (Cevi), Associazione di cooperazione rurale in Africa e America Latina (Acra) e Centro volontari cooperazione allo sviluppo (Cvcs).

Il progetto che si chiama Yaku al Sur - dove 'Yaku' significa 'acqua' in lingua quechua - si propone di garantire l’accesso all’acqua a circa 200.000 boliviani residenti a sud di Cochabamba, la nota cittadina dalla quale è partita la dura lotta contro la privatizzazione della gestione idrica. Nello specifico si vuole intervenire sui meccanismi di partecipazione e controllo sociale sulle imprese idriche pubbliche Semapa e Misicuni, con il duplice obiettivo di monitorare e controllare la realizzazione delle opere di ampliamento del bacino Misicuni e di espansione delle reti di distribuzione e fognaria, oltre a realizzare una gestione comunitaria dei servizi di erogazione idrica. Nel progetto saranno, quindi, coinvolti anche i cittadini dei 70 comitati dell'acqua che costituiscono l’associazione Asica Sur.

Yaku al sur durerà fino al 2012, cofinanziato dal Ministero degli Esteri e dal Comune di Udine e sostenuto da Fundación Abril, braccio operativo della Coordenadora del Agua, per la promozione di interscambi tra le imprese pubbliche e comunitarie del Sud America; Agua Sustentable per promuovere la partecipazione cittadina nella definizione delle politiche pubbliche; l’Universidad Mayor de San Simon, per attivare un processo di monitoraggio sulla gestione delle acque; il Centro Vicende Canas per sviluppare alcuni percorsi formativi rivolti ai più giovani.

Tra le iniziative sostenute nel contesto di Yaku al Sur va inclusa la terza edizione della Feria Internacional de Agua che si terrà nell’aprile di quest’anno in parallelo ai festeggiamenti organizzati per celebrare la vittoria della guerra dell’acqua accesasi nel 2000 a Cochabamba.

Mentre in Italia avanzano i processi di privatizzazione dell'acqua, la Feria del Agua permetterà di procedere nel perfezionamento di modelli alternativi per una gestione sostenibile delle risorse idriche, grazie alla partecipazione delle principali categorie di soggetti che antepongono il bene comune al profitto: sistemi comunitari e cooperative di gestione (FEDECAAS); imprese municipalizzate (La Paz, Cochabamba, Parigi e Grenoble) e loro reti e sindacati (Acqua Pubblica Europea, ASSEMAE e ASA - Brasile, FENTAP - Perù e FFOSE - Uruguay), istituzioni (Ministero dell’Acqua della Bolivia e Universidad Mayor de S. Simon), movimenti nazionali ed internazionali per l’acqua (Red Vida, Food & Water Watch, Rete Europea per l’Acqua Pubblica, Coordinadora del Agua y al Vida – Bolivia, CGIAB – Bolivia, Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua e France et Libertés – Fondation Danielle Mitterand).

PS: Non sarà per caso, che si cerca di rendere pubbliche risorse di altri paesi, per avere la "merce" gratuita, per poi rivenderla privatamente nel proprio paese?

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