Conflitto d'interesse in salsa abruzzese


di Luca Rinaldi

Presso la Camera dei Deputati giace dal 2 marzo scorso un'interrogazione, posta dal radicale Maurizio Turco e altri cinque firmatari, dove si chiede conto di alcune presunte irregolarità amministrativo-contabili rilevate all'interno del comitato regionale della Croce Rossa abruzzese de L'Aquila. La segnalazione arriva dal Maresciallo capo Vincenzo Lo Zito, dipendente militare della Croce Rossa da 21 anni che presta servizio come funzionario amministrativo. A seguito di queste denunce qualcuno si è mosso, ma per mettere al bando lo “scocciatore” e trasferirlo. Lo Zito, svolgendo alcune verifiche sulla documentazione amministrativo-contabile del comitato presieduto dalla professoressa Maria Teresa Letta (sorella del braccio destro di Silvio Berlusconi, Gianni Letta, e zia del deputato PD Enrico Letta), avrebbe riscontrato delle anomalie di gestione. Il militare ha immediatamente provveduto a segnalarle ai vertici di Croce Rossa e successivamente alle Procure de L'Aquila e Campobasso, nonché alla Corte dei Conti.
Da quanto emerge dalle carte, Maria Teresa Letta avrebbe amministrato in modo totale e decisionista i propri uffici, uscendo dalle proprie funzioni di competenza firmando mandati di pagamento, gare di appalto e assegni. Procedure che spettano invece al direttore regionale e al Comitato Regionale.
In seguito alle segnalazioni di Lo Zito ai vertici della Croce Rossa, del giugno del 2007, la professoressa Letta, con una nota del 5 gennaio 2008 chiede al colonnello Ridolfi l'allontanamento del Maresciallo Capo per incompatibilità ambientale precisando che "ad una richiesta di mio intervento in favore di un militare CRI da lei segnalatomi la risposta è stata concreta ed immediata!!". Dato che Letta fece un favore a Ridolfi ora è tempo che il colonnello lo restituisca.
Cosa scopre il Maresciallo Capo della Croce Rossa Abruzzese per scatenare tali reazioni da parte del Presidente Regionale? Nell'esposto inviato alla Procura de L'Aquila il 16 maggio 2008, Lo Zito denuncia l'esistenza, contrariamente alla normativa, di un conto corrente intestato a Croce Rossa, aperto presso la Banca Toscana di Avezzano, luogo di residenza della Letta, dove risultano depositate due firme. Una è quella della Presidente Regionale e l’altra appartiene a Giuseppina Angelino, dipendente a tempo determinato di Croce Rossa, le quali gestiscono autonomamente e all’insaputa della Direttrice Regionale Salvetti “mandati di pagamento” e “reversali d'incasso”. Angelino e Letta amministrano i pagamenti dell'unità senza aver nessun titolo per ricorrere a questo tipo di operazioni, scavalcando costantemente le loro funzioni. Le medesime perplessità sono osservate anche dalla stessa Direttrice Regionale. Nel Luglio del 2008 la Salvetti constata come all'interno del Comitato Regionale Abruzzo “vengono avviate e spesso portate ad attuazione procedure finalizzate all'acquisto di beni e servizi che non rispettano il regolare iter amministrativo previsto dalla normativa che regolamenta tale tipo di acquisizioni”. Per esempio risulta una richiesta di preventivi a firma di un dipendente col fantasioso titolo di “referente Regionale”, mai conferito dalla direttrice Salvetti, per l'acquisto di 40.000 euro di materiali di Protezione Civile.
L'episodio curioso, e allo stesso tempo inquietante, è il rinvenimento “fortuito” di questi preventivi e nomine firmate Letta. La direttrice regionale viene in possesso delle carte grazie soltanto a un doppio controllo della posta in entrata e in uscita prima dell'archiviazione. Qui si palesa non solo agli occhi del Maresciallo Capo Lo Zito quella gestione “totale” e senza autorizzazione attuata dalla Presidente Letta. Il Capo Dipartimento Acciaioli trova in queste irregolarità procedurali un "evidente conflitto d'interessi tra organo controllore e organi controllati", soprattutto nel caso di quei mandati di pagamento relativi alla gestione del Comitato Locale di Avezzano. La signora Maria Teresa Letta infatti, oltre che essere Presidente Regionale CRI Abruzzo, risulta essere anche Responsabile Amministrativo di questo Comitato Locale di Avezzano.
Riscontrate tali irregolarità e segnalate alle autorità competenti, inizia una vera e propria caccia all'uomo, come scrive lo stesso Vincenzo Lo Zito sul suo blog (http://vincenzolozito.blogspot.com) aperto per portare a conoscenza dei fatti i cittadini che finanziano con soldi pubblici la Croce Rossa. Il maresciallo capo viene trasferito d'autorità per due volte, la seconda addirittura fuori regione, presso l'ufficio Arruolamento e Addestramento di ASSISI (PG), in Umbria. E questo nonostante fosse stato sottoposto ad una operazione cardiaca appena quattro mesi prima del trasferimento dell’11 agosto 2008.
Un verbale del 29 settembre 2009, firmato dal collegio medico del IX centro di mobilitazione ne sancisce l'impossibilità al lavoro fuori sede, ma la storia non finisce qui perché, nonostante questo documento, arriverà un'altra ordinanza per sollecitarne un Provvedimento Disciplinare di Stato per aver denunciato le irregolarità. Occorre fare un passo indietro e notare come a cavallo tra 2008 e 2009 vi sia un valzer di nomine nella Croce Rossa: come commissario straordinario mandato dal governo arriva l'avvocato Francesco Rocca, uomo di AN, fortemente sponsorizzato dallo stesso Gianni Letta e già dirigente nella giunta Alemanno a Roma. In Abruzzo, Ioffredi e Salvetti, i due Direttori Regionali che si erano scontrati con Maria Teresa Letta, sono stati trasferiti per nominare un Direttore più “amico”, Leonardo Carmenati.
Stando al parere della commissione medica il Maresciallo Capo dipendente della CRI non è trasferibile e dovrebbe prendere servizio proprio negli stessi uffici della Presidente Letta, ma viene lasciato a casa. A questo punto si fa sentire addirittura il commissario straordinario in persona. Rocca, con un'ordinanza del 30 dicembre 2009, chiede al Colonnello Roberto Orchi di avviare l’iter per aprire il procedimento disciplinare di Stato nei confronti di Lo Zito per aver reso pubblici gli illeciti e averli denunciati. Il tutto senza tenere conto del referto della commissione medica.
Una vera storia assurda, dove un uomo che svolge il proprio mestiere con senso di responsabilità viene immediatamente fatto oggetto di particolari attenzioni, ancor prima che la vicenda diventasse di pubblico dominio sul web e su alcune testate locali. Su tutta la storia né la Presidente Letta, né il Commissario Straordinario Francesco Rocca hanno fornito elementi utili ad accertare il contrario di quanto dichiarato e riscontrato dal Maresciallo Capo Lo Zito. Fanno eccezione qualche risposta al vetriolo della Letta sulla stampa locale e alcuni giornali on-line, mai andata oltre al lancio di accuse e senza fornire un documento che comprovasse la correttezza della linea contestata invece da Lo Zito. Maria Teresa Letta dopo l'iniziale silenzio replica, su Agoravox.it, al Maresciallo Capo Lo Zito, dicendo che il dipendente “ce l’ha con me perché si faceva segnare 148 ore di straordinario al mese e dodici notturne. Dice che è malato e sono due anni che non lavora ma va facendo di tutto per l’Italia. Allora gli domandi chi ha vinto al tribunale di Avezzano se ha vinto Maria Teresa Letta o Vincenzo Lo Zito la causa”. Causa che, a quanto fa sapere lo stesso Maresciallo si risolve dal Giudice di Pace ancor prima di arrivare in giudicato. Per la Professoressa Letta quella di Lo Zito sarebbe una vera e propria operazione “a orologeria” : “Lui dice che è malato, si è rifiutato di farsi operare. Quando ha capito che era trasferito ha deciso di farsi ricoverare ma solo perché nel Dicembre 2007 gli era stato detto che doveva mettere un by-pass”.
Da qualche settimana le risposte alla stampa su questa situazione però contano poco. Per la Presidente regionale del Comitato Abruzzo della Croce Rossa Italiana e per i ministeri competenti è ora di dimostrare agli atti che tutto è regolare. Sempre che quel cognome, Letta, non faccia archiviare anche l'interrogazione parlamentare dell'Onorevole Turco. Al Senato della Repubblica il senatore Elio Lannutti (IDV) ha inoltre presentato un'ulteriore interrogazione chiedendo ai tre ministeri competenti in materia (Salute, Economia e Difesa) di intervenire per la tutela della democrazia all'interno dell'ente, sempre più in balìa dei partiti e sempre meno ente umanitario.
Nel frattempo la Croce Rossa Italiana, con la conversione in legge del decreto sulla Protezione Civile, passa nell'orbita della stessa, sotto il diretto controllo della Presidenza del Consiglio, in aperto contrasto con uno dei principi fondamentali della Croce Rossa Internazionale, ovvero quello della neutralità e dell'indipendenza. Nella Croce Rossa Italiana intanto continuano i problemi di sempre. Specie nel comparto civile dell'ente dove quasi duemila precari aventi diritto a regolarizzazione continuano a rimanere tali. Intanto i debiti dell'ente aumentano insieme agli sprechi con vertici strapagati e consulenze in aumento.
In questa situazione, per gli insediati arrivati dalla politica, si potrà dire addio principi fondamentali della Croce rossa e addio spirito di Solferino. L'ombra lunga dei partiti arriva anche sugli enti umanitari, non per servirli, ma per servirsene.

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